Cultura

Lezioni di rappresentanza

Come funziona la scuola dirigenti politico-sindacali di Federsolidarietà

di Redazione

La Scuola dirigenti politico-sindacali di Federsolidarietà – Confcooperative è stata avviata nel 2006 per i dirigenti, attuali e futuri, dei diversi livelli di governance territoriale. Negli ultimi anni, infatti, si è consolidata l’infrastrutturazione territoriale della federazione nazionale a fronte, da un lato, della crescita del numero di aderenti, pari a 4.550 cooperative sociali e consorzi, e, dall’altro, al consolidarsi delle federazioni regionali e provinciali. In particolare, di pari passo con l’avanzare del processo di federalismo e di sussidiarietà verticale è cresciuta sia l’importanza della dimensione di rappresentanza delle federazioni locali, che il numero dei giovani dirigenti coinvolti.
L’investimento sulle risorse umane costituisce un aspetto su cui Federsolidarietà ha deciso di puntare facendo leva in particolare sull’azione formativa: non a caso la Scuola dirigenti ha già all’attivo tre edizioni, svoltesi a Bertinoro (FC) ed Acerra (NA), articolate in quattro moduli con 65 ore d’aula e accompagnate alla partecipazione ad iniziative seminariali di approfondimento come le Giornate di Bertinoro dell’economia civile di Aiccon ed il Workshop sull’impresa sociale di Issan.
L’obiettivo della scuola è quello di focalizzare gli aspetti culturali e politici entro i quali si sviluppa il moderno ruolo del dirigente politico-sindacale per la cooperazione sociale e l’impresa sociale. I temi oggetto di studio sono stati scelti per sviluppare conoscenze intersettoriali, strumenti di analisi della cultura organizzativa e dei relativi modelli, competenze nella gestione della relazioni istituzionali, approfondimenti su temi emergenti destinati ad orientare, in un’ottica evolutiva, l’azione della federazione.
Sono stati affrontati, infatti, con alcuni dei maggiori esperti e con i dirigenti nazionali di Federsolidarietà – Confcooperative, i nodi centrali dell’attuale dibattito politico e culturale per permettere una rielaborazione della funzione e del ruolo di rappresentanza. Sono stati inoltre approfonditi temi “emergenti” con sessioni specifiche dedicate alle relazioni con le pubbliche amministrazioni, alla dimensione europea della rappresentanza, alle relazioni sindacali, alle politiche settoriali, settori delle nuove aree di intervento.
Il percorso formativo mira ad offrire gli strumenti per una funzione di rappresentanza capace di collocare la cooperazione sociale ed il terzo settore a pieno titolo nel dibattito e nelle scelte di politiche economiche di un territorio, a partire dalla specifica missione che porta queste organizzazioni ad utilizzare la dimensione economica per la costruzione di un welfare comunitario e sostenibile ed a partecipare da protagonisti alla evoluzione degli assetti istituzionali.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.