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energia Il progresso può essere «infinito»?
di Redazione

Cosa hanno in testa gli economisti quando usano le parole “sviluppo sostenibile”? Perché queste parole così frequentemente ripetute – come tema, raccomandazione, proclama – sono la combinazione di stabilità e instabilità, un ossimoro. Dallo Zingarelli: sviluppo è accrescimento, incremento, dunque sostenere un accrescimento è mettere assieme due concetti opposti, è senza senso. Sostenere la crescita per un po’? Allora chiamiamolo sviluppo organico, processo certamente a termine. Quello, per intenderci, che è lo sviluppo di un bambino sano, che nasce di tre chili e mezzo, poi arriva a 15 chili nell’età dei giochi e infine a 60 o 70 chili quando è cresciuto fino a un metro e ottanta e basta così. Deve crescere per sempre?
Cambiamo allora le parole in “gioco procrastinabile”, locuzione che va un po’ meglio dal punto di vista della logica. Il gioco in questione è quello del denaro, con una pedina unica o poche – l’euro, il dollaro – e con mosse finite. A differenza degli scacchi, le mosse del denaro sono più numerose, ma sempre finite sono. Le mosse sono quelle stabilite da chi opera sul denaro, che dice quanto vale la banconota, chi la preserva, chi la eroga. Sono pochi canali misurabili. Guai se non fossero misurabili, il denaro sparirebbe.
La biosfera, l’ecosfera fanno capolino nel discorso. Queste osservazioni ci aiutano a capire perché la circolazione del denaro ha avuto un impulso fortissimo con la comparsa dei motori termici azionati dal combustibile fossile: carbone, petrolio, combustibili chimici, poi anche atomi che sostengono reazioni nucleari.
Quale è il bello di questa immissione di energia in flussi sconosciuti prima, cioè quando il flusso di energia nella struttura sociale era prevalentemente di origine muscolare? Si dice: ma è chiarissimo, il bello è la diffusione del benessere ottenuto col progresso. Ahimè, quanti discorsi moralistici e ipocriti si fanno attorno a queste parole!
Il delinquente che con furti e omicidi è arrivato al traguardo voluto – farsi costruire una enorme villa dove vive attorniato da strumenti offertigli dalla tecnologia moderna – ha compiuto un progresso personale e gode di benessere. Invece gli esseri umani che hanno la sfortuna di essere nati e cresciuti in una terra che ha al proprio interno dei giacimenti petroliferi e che vengono utilizzati come bersagli di razzi intelligenti, vedono il benessere di altri e il progresso di altri come dolore e morte. Come è possibile che ci sia una tale estrema discrepanza di visioni? Dipende da ciò che temiamo di perdere e da ciò che speriamo di salvare nel futuro. Ognuno può fare una lista dei valori da salvare, e trarre da questo una visione delle proprie speranze.
Mi limito a fare alcune osservazioni personali. Da ragazzino avevo un’ottima salute e correvo in bicicletta, lunghe gite fino ai laghi, o brevi giretti vicino a casa con le amiche, che il buon Dio le preservi belle e allegre come allora. L’assenza di mezzi motorizzati in Italia non mi sembrava cosa dolorosa. In America invece in quegli anni c’erano già due automobili per famiglia. Ora guido la mia automobile con perplessità e riluttanza. Dopo un esperimento con la BMW, per vedere quanto è bella e che gusto dà, oggi vedo l’auto come una necessità imposta da una struttura cittadina sbagliata, mi annoia, mi rallenta nel lavoro, fare l’autista di me stesso mi irrita. Ho venduto la vecchia auto che andava benissimo ma era dichiarata inquinante e ho dato il mio contributo forzato alla crescita del Pil europeo, visto che ho comprato una Volkswagen.
Negli anni felici della mia vita professionale andavo d’estate a lavorare a Los Alamos o a Calthec. Il mio consumo individuale di carburante volando col Boeing 737, fatti i conti, era minore del consumo di chi, rimasto in Italia, alimentava l’edilizia abusiva, dicendo di essere un benemerito del Pil. Ho persino conosciuto personalmente il progettista del Boeing 747 e il suo piccolo gruppo di assistenti, i quali mi hanno spiegato che per fare il Jumbo jet ci vogliono dieci uomini intelligenti, non dieci milioni di barili di petrolio.
Posso andare avanti in questa lista di dubbi sulla bellezza dello sviluppo economico; qualcun altro può formulare una diversa lista. È così difficile capire quello che voglio dire? Ciò che scarseggia non è l’energia ma il pensiero, la futura vittima non è la Terra, ma è la mente umana, il consumo produce denaro ma genera povertà delle nazioni.
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