Welfare
Stupri, l’ultimo dramma del Kenya
crisi umanitarie Un risvolto degli scontri etnici scatenati dal voto di dicembre
di Redazione
Vendono se stesse in cambio di un po’ di cibo. Altre temono che qualcuno, nel buio della notte, si impossessi dei loro corpi, nel tratto di strada da percorrere fino alle latrine. Sono i drammi delle donne e delle bambine che in Kenya affollano i circa 300 campi sorti spontaneamente in seguito agli scontri innescati dalla crisi post elettorale del 27 dicembre.
L’Unicef ha denunciato che nel mese di gennaio gli stupri sono più che raddoppiati. Lo Women Hospital di Nairobi ne ha registrati 167, ma si tratta solo dei casi giunti a conoscenza delle autorità sanitarie.
??Nei campi accade che le donne vengano stuprate, anche da chi dovrebbe vigilare sulla loro sicurezza. Non si trovano abbastanza preservativi, né assorbenti igienici??, spiega Dorothy Onyango, direttrice di Wofak, un’associazione di donne keniote impegnate nella lotta contro l’Aids. ??Anche il cibo scarseggia e le ragazzine offrono prestazioni sessuali pur di mangiare??, aggiunge. Inoltre, la malnutrizione rende le persone più vulnerabili alle infezioni e, se sieropositive, a una maggiore probabilità di sviluppare la malattia. Conseguenze alle quali si va incontro anche quando la cura antiretrovirale viene interrotta, oltretutto rischiando di diventare resistenti a successive terapie. Le persone che sono scappate dalle proprie case, spesso non hanno portato con sé i medicinali e poi, come racconta la Onyango, in una situazione di emergenza è difficile riuscire a somministrare a ognuno lo specifico tipo di farmaco di cui ha bisogno. Andrea Pontiroli di Medici senza frontiere spiega che la violenza mette a rischio le cure. Durante gli scontri, i dispensari nelle aree rurali hanno chiuso e la gente, per paura, non usciva di casa, rimanendo così senza farmaci.
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