Welfare

San Patrignano mette in scenala prevenzione

droga Storie vere a teatro

di Redazione

«Ciao Tia oggi ero a teatro a vederti. A me che faccio sempre casino mi hai lasciato senza parole». Venti minuti, tanto è passato tra la fine dello spettacolo al Parenti di Milano e il primo commento sul blog del protagonista da parte di uno dei 500 studenti presenti in sala, provenienti da alcuni dei più difficili istituti tecnici della città. Tia è Mattia, 24enne con alle spalle una tremenda storia di tossicodipendenza, un “miracolato” (come dice di sé) che è oggi alla fine del percorso di recupero nella comunità di San Patrignano. E Fughe da fermi, la rappresentazione teatrale nella quale narra la sua ex vita (facente parte, assieme all’altra pièce Ragazzi permale, del progetto Drugs off), è il suo mezzo per rientrare nella società. Ma soprattutto è la chiave magica con cui entra nell’inaccessibile mondo dei giovanissimi d’oggi. A migliaia: in soli tre anni, nelle 200 repliche dei due show sono state almeno 500 le scuole e 12mila i ragazzi coinvolti. «Il linguaggio di Mattia e degli altri ragazzi-attori ha colpito nel segno, e i commenti sul blog ne sono una conferma», spiega Gianpaolo Brusini, tossicologo, regista di Drugs off e dal 1999 responsabile scientifico di San Patrignano. E pensare che il progetto era nato da un mezzo fallimento. «Andavo come esperto negli istituti, ma ho dovuto smettere perché era chiaro che sui temi della droga i ragazzi non volevano sentire né prediche né morali».
Meglio storie vere. «Proprio così, un coetaneo che ti racconta quello che ha dovuto passare e gli affetti che ha perso per strada è un’altra cosa». Ma come si alimenta un progetto del genere? «Nessuna sponsorizzazione particolare, spesso i fondi per le singole rappresentazioni arrivano dalle scuole stesse, da Province o Comuni, dai Rotary e da associazioni» E le aziende? «Lì troviamo sempre porte chiuse, per loro la parola “droga” è ancora oggi un tabù», conclude Brusini.

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