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il collo è d’oro ma l’anima di spazzatura
grandi firme Ripubblicato il romanzo d'esordio di Niffoi
di Redazione
Non convince completamente il nuovo romanzo di Salvatore Niffoi, Collodoro. Niffoi aveva già pubblicato il romanzo una decina di anni fa presso un piccolo editore sardo, e ora, sull’onda del notevole successo editoriale degli ultimi anni, lo ripropone alla sua ormai vasta schiera di lettori fedeli.
Innegabile è il talento narrativo dello scrittore sardo, dotato di una energica affabulazione e di una capacità notevole di disegnare situazioni e personaggi attraverso un gesto espressionista. Le sue pagine migliori hanno il timbro dell’epica e la forza di leggende perdute nel tempo. Ma ormai Niffoi tende a presentare sempre lo stesso prodotto; la sua vena torrenziale (in un’intervista ha detto di avere nel cassetto trenta romanzi inediti) risulta troppo corriva, con il rischio di una ripetitività stucchevole fatta di stereotipi e scelte linguistiche a volte troppo caricaturali.
È proprio il manierismo folkloristico il difetto di fondo di Collodoro, che ha il merito comunque di farci conoscere la preistoria di Niffoi, le origini della sua officina narrativa. La storia si svolge ad Oropische, dove il sindaco – d’accordo con alcuni imprenditori e con il prete – decide di ospitare una discarica di rifiuti proveniente dal “continente”. Ma il luogo prescelto, il Monte Piludu, è considerato sacro dagli abitanti del paese. Questa traccia narrativa è lo schema che permette a Niffoi di creare la consueta galleria di personaggi, un vasto campionario di una umanità terribile, grottesca, vitalissima, folle ed emarginata, che si muove tra inferno e purgatorio.
Il centro della storia è Antoni Sarmentu, un ceramista colpito da un fulmine mentre si recava in un santuario per chiedere una grazia alla Madonna. Il fulmine gli ha lasciato un tatuaggio sul collo, da cui è derivato il soprannome. Insieme al segno fisico il fulmine ha donato ad Antoni il potere magico di entrare nell’animo delle persone, leggendone i peccati. Tra tutti i peccatori spicca Don Basiliu, parroco vizioso e corrotto, forse il peggiore di tutti. Il finale del romanzo vedrà unita la popolazione di Oropische in marcia contro funzionari, carabinieri, speculatori, per salvare il luogo sacro destinato ad ospitare la discarica.
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