Non profit

aiuti allo sviluppoi filantropisorpassano gli stati

Nord sud I dati sorprendenti del rapporto Hudson 2008

di Redazione

Al Sud del mondo pensano più i grandi filantropi che i governi. Parola dell’istituto americano Hudson che, nel suo report annuale sulla filantropia (Index of Global Philantropy 2008), attesta che le donazioni private e gli investimenti di carattere filantropico verso i Paesi poveri corrispondono al 75% del totale. Il rapporto, considerato il più esaustivo resoconto sulla diffusione delle donazioni private nei Paesi in via di sviluppo, dimostra come i fondi di provenienza governativa rappresentino ormai un contributo minoritario. La filantropia, invece, si sta trasformando parallelamente allo sviluppo delle nuove tecnologie che rendono più immediate e meno costose le donazioni. Questo invoglia sempre più persone, di ogni età e reddito, a donare. Ecco perché fondazioni e imprese private hanno iniziato a sviluppare nuovi approcci alla filantropia. Ed ecco perché in tutta Europa, e non solo, stanno spuntando leggi che incentivano la filantropia.

I modelli filantropici cambiano
Anche nel pubblico si assiste ad una piccola rivoluzione nello stile di donazione. Dal tradizionale e ineguale rapporto donatore-destinatario si passa a interessanti esperimenti di partnership pubblico-privato. La ragione? Diverse agenzie governative stanno modificando il loro modello di business per coordinarsi con programmi messi in piedi da fondazioni, aziende, charity, università e istituti religiosi. I ricercatori dell’Hudson hanno rilevato, inoltre, nuove tendenze filantropiche collegate al marketing, al fair-trade e all’avvento di internet nel mondo delle donazioni. Nuovi trend che spesso sono sponsorizzati da giganti del profit. Ashoka, ad esempio, sostiene e finanzia “imprenditori sociali” nei Paesi emergenti che affrontano problemi sociali con un approccio profit. L’Acumen Fund cerca di dimostrare che piccoli capitali uniti a massicce dosi di spirito imprenditoriale possono curare milioni di persone dalla povertà. Per questo investe in aziende che usano tecnologie innovative, in India, per depurare e distribuire acqua a mezzo milione di persone.

Reinventare la cooperazione
Non ci sono dimostrazioni che questa rivoluzione nel campo della filantropia abbia portato ad un aumento di risorse per i Paesi in via di sviluppo. Ma la ragione può essere collegata alle difficoltà nell’ottenere informazioni fresche sull’ammontare delle rimesse ricevute in molti Paesi.
D’altra parte, nemmeno l’Hudson Institute è riuscito a dare una stima definitiva del totale delle donazioni private, ma sembra che, tra investimenti e donazioni, nel 2006 si sia raggiunta la fantasmagorica cifra di 135 miliardi di euro. Ma l’aspetto più innovativo è un altro, spiega la direttrice dell’Hudson Centre for Global Prosperity, Carol Adelman: «Le donazioni private reinventano la cooperazione. Un esempio? La filantropia online sta generando tante piccole Oprah Winfrey in tutto il mondo. La presentatrice ha donato 50 milioni di dollari nel 2007, puntando sul sostegno alle scuole in Africa…».

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.