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Uicky, Leti e gli altri. Fare cerchio è la regola d’oro

Nelle vacanze comunitarie col marchio educativo doc, dietro questo spontaneismo naif degli educatori si nasconde un tirocinio formativo di ferro, dove l’empatia è lo strumento principe per creare e condurre un gruppo di adolescenti

di Redazione

A caso sul web. Interno, crocifisso al muro, una dozzina di diciottenni modaioli e sorridenti rappa la sua Canzone per gli educatori  «Uicky è affaticato, ha la r troppo moscia, ed è talmente basso che ti arriva alla coscia. La Leti invece è dolce e sincera: magari l’anno prossimo una bella crociera». Esterno. Bosco, accampamento scout: «Questa acqua puzza di fogna!», si lamenta un ragazzino. Il capo spiega che sono i sali minerali. «Oh, se si sta male è colpa tua!». Indizio numero uno: l’educatore dei campi 2008 è poco più grande dei ragazzi che segue, e poco diverso da loro. Così tra loro c’è una grande ed efficace amicizia. Sito istituzionale. C’è Maria Del Gaudio, «grande comunicativa, che da quando ha fatto il corso di equitazione sussurra anche ai cavalli». E quella che «rincorre i ragazzini tra boschi e valli d’or… Ma chi è Heidi? No, è Maria Luisa Santagata, animatrice». Sono due educatrici dei campi di Ecoambiente, cooperativa dell’entroterra lucano che lavora con il WWF. Indizio numero due: l’educatore 2008 è autoironico. È il segreto per conquistare i ragazzi.


Ma le apparenze ingannano. Nelle vacanze comunitarie col marchio educativo doc, dietro questo spontaneismo naif degli educatori si nasconde un tirocinio formativo di ferro, dove l’empatia è lo strumento principe per creare e condurre un gruppo di adolescenti: impresa che – a detta di tutti gli esperti – richiede competenze sempre più sofisticate. A quanto pare i ragazzi hanno le tasche piene di “momenti di liberazione”, sono pure saturi rispetto a quel concetto altisonante che tanto piace ai genitori: “acquisire competenze”. In vacanza i ragazzini cercano solo relazioni, tra pari e con gli educatori. «Vogliono sentirsi protagonisti, avvertire che c’è un’attenzione nei loro confronti», ripetono in coro gli esperti. Ed eccoli lì gli educatori, pronti a rispondere: «Essere onesti, stabilire chiaramente un patto educativo, saper “fare cerchio”, cioè discutere con i ragazzi l’organizzazione del campo, far vivere l’esperienza di un fare gruppo che include». Sono queste le loro regole d’oro. E la minaccia delle orde di vandali? Nella tribù degli educatori gira un trucco: «Farli lavorare molto, riempire i loro vuoti. Passano tutto l’anno con due cattivi consiglieri: la noia della scuola e la solitudine della famiglia. Per forza cercano diversivi per distrarsi!».


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