Flussi e luoghi, global players e territori: è necessariamente conflitto di interesse? No. È questa la tesi che verrà presentata e discussa nel convegno nazionale Sviluppo e comuni polvere, che si terrà a Calvello, Abriola (Potenza) l’11 e il 12 luglio. Tra i protagonisti, Eni, la Fondazione Eni Enrico Mattei, il consorzio Aaster e Vita. In Basilicata c’è il più grande giacimento petrolifero europeo su terraferma, ma Eni ha scelto di non essere presente su questo territorio solo come attore economico: nel 2007, tramite la Fondazione Eni Enrico Mattei e Aaster, ha avviato un progetto di “radicamento territoriale” e di attivazione-confronto con tutti i soggetti locali. Si chiama “missione di comunità” ed ha l’obiettivo di porre le basi per uno sviluppo sostenibile e condiviso del territorio, che riesca a trasmettere al territorio, in tutte le sue dimensioni sociali, i molti benifici economici e le opportunità di sviluppo collegate ai giacimenti petroliferi. Da un anno e mezzo Aaster lavora con i soggetti del territorio – imprenditori del legno e del turismo, università, associazioni, scuole, enti locali – per facilitare una conoscenza reciproca e porre le basi per uno sviluppo autonomo e reale dell’area. Nel convegno e nel numero 26 di Communitas sono raccolti i primi risultati di questo lavoro. Sabina Ratti, manager dell’Eni, esperta di responsabilità sociale d’impresa e di sviluppo sostenibile, presenta le ragioni di questa scelta.
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