Famiglia
Due redazioni al lavoroper Milano e per l’Expo
Informazione «Abitare» e «Vita» si mettono insieme in vista di Expo 2015
di Redazione
Che c’entrano il settimanale Vita e il mensile Abitare tra loro? Il magazine militante del sociale e dell’economia civile e la rivista patinata dell’arredamento, del design e delle costruzioni?
C’entrano eccome, è la convinzione dei direttori che lo scorso 10 luglio hanno riunito le due redazioni e alcuni prestigiosi collaboratori per ragionare su Milano e sull’Expo 2015. Per capire di più, per raccontare quanto succede e quanto succederà, per dare un vero servizio di informazione al pubblico, l’occhio sociale ha bisogno dell’expertise urbanistica, e quella urbanistica della lettura sociale.
Che ne sarà della grande Milano, da qui al 2015, e che metropli sarà una volta spente le luci dell’esposizione universale? Sono questi interrogativi ad aver spinto le due redazioni, quella di Vita e quella di Abitare, ad una convocazione comune, a tema un’agenda di lavoro da qui al 2015. Un fatto nuovo, anche per la durata dell’impegno, un modello di lavoro e di condivisione del know how che forse non ha precedenti. Una presenza che, proprio per la natura dei media, si fa subito pubblica: i due giornali si mettono al lavoro in maniera trasparente e, dal prossimo appuntamento, aperta ai cittadini che vorranno partecipare. Inaugurando così il primo spiraglio di spazio pubblico sull’Expo.
Pensare, condividere, raccontare, ecco le consapevolezze dei partecipanti all’incontro (rappresentanti delle due redazioni, ma anche dell’università, dell’architettura e del privato sociale), persuasi di non doversi limitare ad assistere al corso degli eventi. Da qui l’ipotesi di un’agenda di lavoro: quali forme di collaborazione vanno individuate per mettere a disposizione di tutti un contributo di pensiero e di informazione, indipendente e partecipativo, in vista di quell’appuntamento?
Un interrogativo che è, in realtà, l’ultimo di una serie. Ripercorrendo la quale emergono fin troppe questioni. Quale sia l’identità attuale della metropoli. Quali siano veramente le sfide e le opportunità in gioco con l’Expo (o grazie ad esso). Quali strategie siano già al lavoro (se, e fino a che punto, siano condivise). Insomma: su quali tavoli si stia pensando il futuro di questa città.
Ed è questo il primo compito che le due redazioni si sono assunte.
Spazi pubblici che accompagnino verso la meta. Voci che si fanno sentire e producono istanze e contribuiscono all’elaborazione di strategie. Per esempio proponendo – in alternativa a una visione centripeta – un’idea (e una pratica) decentrata dell’Expo. Che potrebbe svolgersi coinvolgendo la metropoli e i suoi territori, scoprendo e valorizzando il mondo che già abita Milano. Anche questo è un modo per immaginare il futuro: mettersi alla prova, sperimentare nuovi flussi, senza preconcetti ma pronti a cogliere le nuove direzioni.
L’appuntamento di lavoro per le redazioni unite è ora per settembre. In uno spazio aperto al pubblico, le due redazioni si ritroveranno per continuare il discorso.
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