Mondo

Rapiti Somalia, troppo silenzio?

Secondo la moglie di uno degli ostaggi, i due «non sono stati dimenticati». Però...

di Redazione

I due cooperanti italiani «sono stati rapiti, non dimenticati», dice al Corriere della Sera Fulvia Paganini, moglie di Giuliano Paganini sequestrato lo scorso 21 maggio in Somalia insieme a Iolanda Occhipinti e al loro collega somalo Yussuf Harale. «Per questo ora», dice, «vorrei lanciare un appello. Perchè tornino liberi».

La signora Paganini non vuole suscitare alcuna polemica sull’opportunità del silenzio, perchè «i nostri cari non sono trattati da ostaggi di serie B e la Farnesina lavora giorno e notte», anche se ammette di non sapere assolutamente nulla della sorte degli ostaggi. «Il silenzio è necessario per riportarli a casa», afferma. In effetti, le trattative sono avvolte dal più stretto riserbo, e per i tre rapiti non ci sono state né fiaccolate, né marce né raccolte di firme. «Molti comuni, a partire da Milano», fa notare la signora, «appenderanno striscioni per mio marito e Iolanda. Ai media chiediamo solo di dare eco a questo appello. Per far sentire loro che non sono stati dimenticati». Basterà?

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