Mondo

Finanziaria, Marelli (OngIta): «Deplorevoli i tagli alla coerazione»

Il presidente dell’Associazione Ong Italiane: «Le promesse di Berlusconi sugli aiuti ai paesi poveri non hanno trovato riscontro»

di Redazione

La manovra finanziaria ha confermato il taglio di 170milioni di euro l’anno alla voce cooperazione previsti nel decreto allegato al documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) 2009 – 2011.

«A nulla sono valse le nostre» ha dichiarato Sergio Marelli, Presidente dell’Associazione ONG Italiane «Il 24 luglio scorso in occasione dell’incontro con il Ministro Affari Esteri Franco Frattini, anche a lui avevamo espresso le nostre preoccupazioni sulle conseguenze di questo taglio»

Un fatto, questo, che «allontana ulteriormente l’Italia dai suoi impegni verso la comunità internazionale» commenta Marelli «Soprattutto perché nella stessa finanziaria si incrementano di 90milioni di euro l’anno gli stanziamenti per le missioni militari all’estero» soprattutto dopo che «il Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, aveva proposto di tenere fuori dalla passività dei bilanci degli Stati le risorse destinate agli aiuti umanitari, e che dal Giappone in occasione del G8 aveva promesso mille milioni di euro per i paesi poveri. Parole che ancora oggi non trovano riscontri nei fatti»

Anzi, continua il presidente «i tagli alla cooperazione dimostrano come le risorse per i poveri siano considerate un salvadanaio da cui attingere quando si registrano difficoltà economiche».

«Chiediamo» ha concluso Marelli «che almeno alla Camera il voto non sia costruito sulla base della fiducia, ma sia il risultato di un dibattito. Da qui il nostro ulteriore appello ai deputati di tutti gli schieramenti politici a reintegrare il taglio, in occasione del passaggio della manovra finanziaria la prossima settimana a Montecitorio».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.