Welfare

Sette imprenditori immigrati su dieci sono clienti delle banche

I dati del Focus sull'imprenditoria immigrata e le banche

di Redazione

Sette imprenditori immigrati su 10 sono clienti delle banche. I dati sul territorio tracciano un quadro piu’ preciso. A Perugia e a Milano sono 9 su 10. A Brescia 8 e a Roma poco piu’ di 7, mentre a Palermo sono 4 su 10. Sono i primi dati del focus sull’Imprenditoria immigrata e le banche, condotto nell’ambito della ricerca Abi-Cespi. Secondo i dati Unioncamere, negli ultimi 5 anni, le imprese individuali gestite e controllate da immigrati sono piu’ che raddoppiate, passando da circa 100 mila nel 2001 a quasi 230 mila nel 2006. I tassi di crescita, sempre superiori al 10% annuo, vanno dal 24% nel 2001 a quasi il 13% nel 2006. Il contributo al saldo annuale delle imprese ha toccato il 34,3% nel 2006. In questo quadro si inserisce il focus, messo a punto utilizzando i dati su di un campione rappresentativo di 1324 migranti, di dieci nazionalita’, in cinque aree urbane italiane. A Palermo il 30% degli occupati e’ imprenditore, a Brescia circa il 6. Emergono forti differenze nella percentuale di imprenditori presenti nel campione dei diversi territori analizzati. A Palermo il quadro e’ molto interessante. Spiccano la rilevanza del commercio, la crescita del lavoro domestico e una occupazione contenuta nel comparto industriale. Un altro elemento che contribuisce a spiegare l’elevato numero di imprenditori a Palermo e’ collegato alle nazionalita’ intervistate: nel campione erano inclusi bangladesi, molto impiegati nel settore del commercio e servizi, e marocchini, in molti casi commercianti ambulanti attivi nei mercati rionali.

 A Brescia, i lavoratori autonomi immigrati sono il 5,6%, e cio’ anche se il tessuto industriale e’ piu’ sviluppato, sia in termini di piccola e media impresa che di aziende di maggiori dimensioni. D’altra parte, nel campione bresciano e’ predominante il lavoro dipendente, soprattutto nell’industria (oltre il 46% degli occupati). Oltre al territorio di residenza, il luogo d’origine e il genere fanno l’imprenditore. E cosi’ sulla base della variabile nazionale, spicca l’alta propensione all’imprenditorialita’ della comunita’ cinese (33% circa di imprenditori, rispetto al totale dei cinesi intervistati), seguita in questa classifica dal dato relativo a bangladesi (20%) e marocchini (18%). Nel campione e’ invece basso il livello di lavoratori autonomi tra albanesi (5%), ecuadoriani (6,6%), filippini (circa 7%) e ghanesi (7,6%). In posizione intermedia si situano senegalesi ed egiziani, che sfiorano il 10% di lavoratori autonomi tra gli occupati.

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