Non profit
I tagli? A “miss crisi”non fanno paura «Farò la mia battaglia con governo e parlamento. Ma sonoanche pronta a usare al meglio il poco che ci verràassegnato. E alle ong chiedo uno spirito nuovo» di Paolo Manzo
cooperazione Elisabetta Belloni nuovo capo della Dgcs
di Redazione

I tagli alla cooperazione sono la prima “grana” che aspetta il ministro plenipotenziario Elisabetta Belloni, insediatasi da poche settimane alla guida della Direzione generale Cooperazione allo sviluppo dopo avere diretto l’Unità di crisi della Farnesina. Una prospettiva che, come lei stessa ammette, la «preoccupa moltissimo». «Nella legge finanziaria del 2009», dice, «si paventa una diminuzione nei finanziamenti alla Dgcs che ci porterebbe a un calo del 60% rispetto al 2007 e del 40% rispetto al 2008. Nel 2007 avevamo 1.330 milioni, prevedo che nella Finanziaria del 2009 ci siano 500 milioni».
Vita: Cosa farà per cercare di fermare questa emorragia di risorse?
Elisabetta Belloni: Farò la mia battaglia con gli organi parlamentari e con il governo per cercare di mantenere almeno i livelli che abbiamo raggiunto nel 2007 e nel 2008. Io come direttore generale e, quindi, come funzionario, non posso fare altro che garantire il massimo impegno per l’uso il più efficace possibile del quantum che mi verrà dato. Certo auspico che l’opinione pubblica in genere e la società civile facciano quelle pressioni necessarie per garantire che sia stanziato per la cooperazione almeno il minimo indispensabile.
Vita: Conferma che esiste anche un problema di organico alla Dgcs?
Belloni: Assolutamente sì. E badi che non sono una persona che vuole per forza avere molto personale, perché credo che sia più importante la qualità del numero. Però almeno negli uffici chiave – penso all’Ufficio Africa che ha solo un funzionario diplomatico – ci dovrebbero essere almeno quei 3-4 funzionari necessari per poter elaborare delle strategie e, soprattutto, fare quelle corrette valutazioni che sono poi la garanzia migliore per l’uso efficace dei fondi.
Vita: Quali caratteristiche deve quindi avere la cooperazione?
Belloni: Deve essere innanzitutto efficace, trasparente e condivisa.
Vita: Come si raggiunge l’efficienza?
Belloni: Attraverso un sistema di valutazione e controllo ex ante ed ex post, cioè prima dell’approvazione dei progetti ma anche dopo, per valutare i risultati e la capacità gestionale dei fondi.
Vita: E la trasparenza?
Belloni: Grazie a sistemi di gestione contabile molto accessibili che ripropongano in maniera moderna il sistema dell’accountability.
Vita: E perché condivisa?
Belloni: Nel mondo globalizzato di oggi un Paese da solo non può pretendere di contribuire allo sviluppo dei Paesi recipienti.
Vita: Quale tipo di rapporto vorrebbe instaurare con le ong?
Belloni: Proprio perché ho lavorato all’Unità di crisi dove l’esperienza con loro è stata molto positiva, debbo dire che ho una certa inclinazione favorevole nei loro confronti. Credo che sia la Dgcs sia le ong abbiano capito la necessità di reimpostare il dialogo reciproco. Il mondo è cambiato e c’è necessità per entrambi di rivedere le modalità di reciproca collaborazione nel settore dello sviluppo. Da parte mia c’è una grande consapevolezza che le ong sono per la cooperazione italiana un importante strumento di realizzazione delle attività. Da parte loro le organizzazioni non governative devono riconoscere il ruolo di indirizzo e sostegno che la Dgcs può avere. Anche perché negli altri Paesi le ong si sono veramente integrate ad un sistema di rete e sono diventate un importante strumento per i rispettivi Stati di riferimento. Mi auguro che anche noi si riesca a fare la stessa cosa.
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