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India, oltre 40mila i profughi cristiani

I morti sono almeno 25. Le violenze hanno colpito 13 dei 30 distretto dello stato dell’Orissa. I rifugiati sono scappati nella giungla

di Redazione

Sono in un numero compreso fra i 40 e i 50 mila i profughi sfuggiti agli attacchi degli estremisti indù nello stato indiano dell’Orissa e rifugiatisi nella giungla quando sono cominciate le violenze anticristiane. È quanto riferiscono fonti ufficiali cattoliche della regione. In 13 dei 30 distretti dello stato si sono verificate violenze di vario tipo: distruzione di chiese, residenze di sacerdoti e suore, conventi, scuole, ospedali.

Le vittime degli scontri sono state almeno 25 mentre circa 15 mila persone sono ora nei campi profughi; tuttavia il panico e la confusione si sono diffusi in almeno tre di questi campi presi di mira dagli estremisti. La situazione rimane ancora molto tesa da quando, lo scorso 23 agosto, è stato assassinato quasi certamente da un gruppo maoista un leader estremista indù ed alcuni suoi seguaci.

I gruppi induisti sostengono però che dietro l’omicidio ci sono in realtà i cristiani. Un’accusa che i vescovi indiani hanno rigettato con sdegno accusando invece i fondamentalisti di dare la caccia ai cristiani perché questi ultimi convertono i dalit, i fuoricasta, al cristianesimo. Nonostante l’intervento e delle forze di sicurezza e dell’esercito inviato da New Delhi le violenze non sono cessate del tutto e ancora in questi giorni sono state date alle fiamme numerose chiese e ancora abitazioni di cristiani.

Il 7 settembre i vescovi indiani hanno convocato una giornata di preghiera e digiuno in tutta l’India contro le violenze in atto cui hanno aderito anche le confessioni protestanti e solidarietà ai cristiani è inoltre arrivata da altri leader religiosi del Paese musulmani e induisti.

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