Welfare
Eluana: la Corte di Milano non decide
«Sono venuti meno i requisiti di urgenza». L'11 novembre deciderà la Cassazione
di Redazione
«Non luogo a provvedere». I giudici della corte d’appello di Milano hanno in un certo senso “congelato” la richiesta di sospensione dell’esecutività del decreto con il quale si autorizzava Beppino Englaro a fare sospendere l’alimentazione che tiene in vita, da 16 anni, la figlia Eluana in stato vegetativo in seguito a un incidente stradale.
A chiedere la sospensione dell’esecutività del decreto pronunciato a luglio dalla Corte d’appello civile di Milano, era stata, nelle settimane scorse, il sostituto procuratore generale Maria Antonietta Pezza. Ma oggi le parti hanno concordato sul fatto che non vi è esigenza di urgenza. Il tutore stesso di Eluana ha comunicato che le posizioni assunte dalla Regione Lombardia lo hanno di fatto messo nelle condizioni di non potere eseguire quanto disposto dalla Corte d’appello civile. Per questo la questione di sospendere è venuta in un certo senso meno.
Per di più la Corte di Cassazione ha fissato per l’11 novembre prossimo l’udienza a sezioni unite durante la quale decidere sul “caso Englaro”. A ricorrere, ancora una volta, ai giudici della suprema Corte, è stata nelle settimane scorse la Procura generale di Milano che ha impugnato il decreto con il quale, nel luglio scorso, la Corte d’appello civile del capoluogo lombardo aveva autorizzato Beppino Englaro a chiedere la sospensione dell’alimentazione che tiene in vita la figlia.
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