Non profit
MARE. Diminuite del 42% alcune specie di squali
Cts: l’eccessiva pesca di squali e razze ha messo in serio pericolo la sopravvivenza di questi animali nei nostri mari
di Redazione
Il grido d’allarme arriva a gran voce dagliscienziati che avvertono come nel Mediterraneo nel corso degli ultimi due secoli le popolazioni di 20 specie di squali pelagici siano diminuite del 42% (dati IUCN). E’ quanto emerge dalla settimana dedicata agli squali che si è conclusa il 19 ottobre che ha visto come protagonisti non solo gli
squali e gli esperti ma un nutrito pubblico sempre di più interessato alle problematiche di sopravvivenza legate alla specie.
Il sondaggio online del CTS rivela infatti che il 91,67 dei giovani è a conoscenza che gli squali siano abitanti abituali del Mediterraneo e l’87,50% sa che sono animali protetti perché minacciati. E la minaccia più grande per il 70,83% degli intervistati arriva dalla pesca illegale, che porta spesso gli squali ad essere pescati per prelevare le pinne (con la cosiddetta pratica del finning) vendute a prezzi elevatissimi sui mercati
orientali o per finire sulle nostre tavole spacciati per altro pesce magari più pregiato. Solo il 19,44% sostiene che per salvaguardare le innumerevoli specie di squali bisogna preservare le acque da inquinamento chimico e acustico che incide notevolmente tra i fattori di rischio non solo degli squali.
Quando si interrogano i giovani sulle reazioni che lo squalo evoca nel loro immaginario collettivo il 76,39% degli intervistati crede che sia un luogo comune considerarlo ‘il terrore dei mari’ e sostiene che si tratta di un predatore come tanti. Il 90,28% degli interessati imputa al cinema e ai messaggi pubblicitari la colpa di diffondere un’immagine negativa nel grande pubblico.
Infine il 75% degli intervistati sostiene di non aver mai mangiato carne di squalo.
“L’eccessiva pesca di squali e razze ha messo in serio pericolo la sopravvivenza di questi animali nei nostri mari a tal punto che alcune specie sono diminuite del 42% – afferma Simona Clò responsabile del Settore Conservazione e Natura del CTS. Gli squali sono al vertice della catena alimentare da cui dipende l’equilibrio anche della nostra normale esistenza. Per questo, mancando un serio Piano d’Azione europeo per la conservazione di questi animali, chiediamo a tutti di firmare la petizione
(www.ilvelierodeidelfini.it) per sostenere la causa davanti al ministro dell’Ambiente e al ministro dell’Agricoltura. Chiediamo – conclude Simona Clò – una riduzione significativa delle catture accidentali, la protezione di squali e razze in pericolo d’estinzione e l’abolizione totale del finning. Durante la settimana degli squali abbiamo raccolto oltre 7500 firme, un chiaro invito a dare risposte concrete.”
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.