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L’adozione all’estero?bè roba da ricchi.bE le coppie rinunciano
L'allarme Costi alle stelle, aspiranti genitori scoraggiati
di Redazione

Un conto salato, che può arrivare a 20mila euro. Al netto delle mazzette, una cattiva abitudine troppo diffusa. Aibi non ci sta e promuove la detraibilità totale delle spese
U n lusso per pochi. Così alcune famiglie – sempre di più, in verità – definiscono l’adozione internazionale. Alla sede dell’associazione Amici dei Bambini arrivano sempre più segnalazioni di coppie scoraggiate dai costi dell’intera procedura e dalle spese vive di viaggio e soggiorno all’estero.
Se si mettono in fila fanno una certa impressione: da 1.300 a 3.600 euro per i servizi resi in Italia dagli enti, poi le spese per ciascun Paese estero, che variano dai 4mila fino a oltre 9mila euro.
Finita qui? No davvero: a queste voci vanno aggiunte le traduzioni dei documenti, fino a 800 euro; i viaggi aerei (a volte più di uno), da 1.500 a 6mila euro; l’alloggio e il vitto sul posto, altri 3-4mila euro; il post adozione, dai 150 a oltre mille euro. Totale? Almeno 12-15mila euro se va bene, ben oltre 20mila se si è destinati in Paesi esteri particolarmente cari (come quelli del Sud-Est asiatico e la Russia), se si devono affrontare più viaggi o lunghe permanenze (in Brasile ad esempio si deve restare per 60 giorni) e, infine, se gli Stati di provenienza chiedono relazioni annuali post adozione fino al compimento dei 18 anni dell’adottato.
Quando finalmente si arriva a casa con il proprio bambino, poi, cominciano le spese per il tran tran quotidiano con un figlio piccolo: visite specialistiche, allestimento della cameretta, guardaroba, asili/baby sitter, cure specialistiche, eventuali consulenze psicologiche.
E se la genitorialità adottiva non è un’avventura a costo zero, non è nemmeno facile per le coppie ammettere di avere un problema di denaro: secondo una ricerca realizzata dallo Iulm di Milano e presentata a Roma da AiBi, il tema rappresenta un tabù. C’è difficoltà ad ammettere che in una scelta di accoglienza e di amore entri in gioco anche l’aspetto dei soldi. Nonostante ciò, circa il 60% degli intervistati alla fine ammette che gli alti costi rappresentano un ostacolo all’adozione.
«Abbiamo incontrato diverse coppie costrette a rinunciare all’adozione per l’impossibilità di affrontare economicamente tutte le spese. Ed è davvero un paradosso che chi accoglie un bambino in difficoltà debba anche pagare profumatamente per farlo», conferma Irene Bertuzzi , responsabile adozioni internazionali di AiBi.
Le migliaia di coppie che intendono adottare all’estero navigano a vista tra molti ostacoli: oltre ai costi burocratici e alle spese vive, esiste la pratica non documentata né tracciabile del denaro trasferito all’estero “in nero” presso gli istituti e gli avvocati locali. «Un sistema deprecabile», commenta la Bertuzzi, «che ha finito per drogare il sistema di molti Paesi esteri, in cui le istituzioni locali si aspettano un “di più” dalle coppie straniere per facilitare le procedure. Speriamo che il via libera alle nuove Linee guida possa sradicare il problema imponendo sempre spese certe, fatturate e tracciabili».
Obiettivo gratuità
Aibi ha promosso una vera battaglia culturale per la gratuità dell’adozione attraverso la campagna L’adozione non ha prezzo : un’iniziativa che intende ampliare il sostegno attualmente concesso alle coppie, passando dalla deducibilità del 50% dei costi sostenuti alla totale detraibilità delle spese relative alla procedura adottiva. Una strada ancora lunga, se solo si pensa alle varie misure-spot di cui hanno beneficiato finora i genitori adottivi italiani: il bonus bebè, il “famoso” rimborso di 1.200 euro deciso dal precedente governo, ma valido purtroppo per un solo anno.
Nel frattempo, per molte famiglie che intraprendono l’adozione internazionale il prestito bancario è diventato una scelta piuttosto ricorrente. Tra le varie proposte, già da qualche anno le Bcc hanno creato AD8, un mutuo a zero spese e ottime condizioni fino a un massimo di 15mila euro. Ora anche Bnl, partner storico di AiBi in questa campagna, lancia un prodotto finanziario specifico, aperto a tutte le coppie con decreto d’idoneità che abbiano già conferito mandato a un ente autorizzato: si tratta di AdottAMI, un prestito a zero spese fino a un massimo di 30mila euro e restituibile in deici anni.
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