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Cattolici e islam,baria di svolta

dialogo In Vaticano il 4 novembre un incontro storico

di Redazione

Una rappresentanza ad altissimo livello, da tutt’e due
le parti. Un’udienza conclusiva con il Papa. E tutto è partito dalla lettera dei 138 saggi… U n forum permanente cattolico-islamico. È il risultato, inatteso, dell’incidente di Ratisbona. A due anni di distanza da quel settembre 2006, il 4 e 5 novembre si tiene in Vaticano il primo appuntamento ufficiale del Forum permanente cattolico-islamico, una conferenza ad alto livello di due giorni a porte chiuse cui partecipano 29 rappresentanti dell’Islam e altrettanti del cattolicesimo. Il 6 novembre è prevista un’udienza con Benedetto XVI e un incontro pubblico alla Gregoriana. A coordinare l’incontro da parte cattolica sarà il presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, Jean-Louis Tauran. La lista dei “saggi” dell’Islam è ancora avvolta dal riserbo, ma è di alto livello e vi farà parte di sicuro il gruppo di cinque saggi musulmani guidato da Abdal Hakim Murad, presidente del Muslim Academic Trust di Londra. E comprenderà, oltre ad alti rappresentanti istituzionali, accademici, giuristi, intellettuali e scrittori scelti da tutte e cinque i continenti, sia uomini che donne, sia sunniti che sciiti. Con l’obiettivo di sviluppare il dialogo fra le due fedi monoteiste, il forum si riunirà almeno una volta all’anno alternando come sede Roma e una città del Medio Oriente, ma potrà anche essere convocato ogni volta che ce ne sarà bisogno.
Tra il discorso di Ratisbona e il primo incontro del forum in Vaticano c’è un percorso avvenuto, da parte musulmana, sotto l’egida del sovrano Abdallah di Giordania e della fondazione Aal al-Bayat, guidata dallo zio del re, il principe Hassan. La tappa fondamentale è stata la Lettera dei 138 saggi dell’Islam inviata al Papa e a tutti i rappresentanti delle confessioni cristiane un anno dopo Ratisbona, il 13 ottobre 2007. I firmatari erano intellettuali e religiosi musulmani guidati dal principe di Giordania Ghazi bin Muhammad bin Talal, fra cui l’italiano Yahya Sergio Pallavicini , oggi consigliere dei 138 e responsabile dei rapporti con il Vaticano. «Il documento, dal titolo “Una parola comune fra noi e voi” rilanciava il tema fede-ragione proponendo un dialogo alla ricerca delle coordinate comuni fra cristianesimo e Islam», spiega Pallavicini. «Il dialogo è proseguito fino all’incontro, lo scorso marzo, presso il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, di due delegazioni formate da cinque leader musulmani e cinque cattolici, durante il quale è stata annunciata l’istituzione del forum permanente». Nel frattempo anche le relazioni diplomatiche fra mondo arabo e Vaticano si sono intensificate, con la storica visita al Papa, il 6 ottobre 2007, del re d’Arabia, Abdullah, la prima di un sovrano saudita. A giugno c’è stato un summit islamico mondiale alla Mecca, una specie di concilio in cui musulmani sunniti e sciiti hanno concordato sulla necessità di avviare un dialogo con cristiani ed ebrei.
Il tema della conferenza in Vaticano «Amore di Dio, amore del prossimo» riprende una proposta contenuta nella lettera dei 138. «Da parte sua la Chiesa ha accettato come fondamentale questo punto ma ha aggiunto due argomenti: diritti umani e rispetto reciproco», spiega il gesuita esperto di mondo arabo padre Samir Khalil Samir . E intanto è stato rintuzzato l’ultimo tentativo teocon di far saltare l’incontro: alcuni media avevano visto una presunta rottura nelle conclusioni di un gruppo di lavoro al recente Sinodo.

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