Non profit
Un pieno a marchio Coop
carovita Il presidente Aldo Soldi illustra le ricette anticrisi del gruppo
di Redazione

«La nostra missione è sempre stata quella di difendere il potere di acquisto dei nostri soci. Per farlo, siamo pronti a diventare anche petrolieri.
E sui prezzi degli alimentari nessuno ci può attaccare. Altro che farmer’s market…» « S aremmo interessati a entrare nel settore petrolifero, se ci fossero le condizioni, cioè se fosse possibile svolgere una reale difesa del consumatore», spiega il presidente di Ancc-Coop, Aldo Soldi, che aggiunge: «In un mondo in cui i bisogni e i consumi cambiano, anche la capacità delle cooperative di tutelare i propri soci deve evolversi». È reduce da una due giorni sulla governance: 500 delegati a Parma per discuterne ma non, avverte, «in modo fine a se stesso. Partendo dalla Carta dei valori, ci siamo chiesti quali siano gli elementi che fondano l’essere una cooperativa oggi».
Vita: E quali sono?
Aldo Soldi: Si discute molto della dimensione. Ci si dimentica però che nel nostro settore non è una scelta: o si è grandi o non si è. Rispetto ai concorrenti, che sono grandi player mondiali, le nostre cooperative sono piccole o medie imprese. La Coop non è cresciuta per mania di grandezza, ma per continuare a svolgere la ragione per cui è nata, per esercitare al meglio il suo ruolo di difesa del potere d’acquisto. Certo questo può avere conseguenze nella partecipazione, nella mutualità e nella governance…
Vita: Cominciamo dalla prima.
Soldi: Abbiamo provato a declinarla in termini non solo politico-istituzionali, cui più tradizionalmente facciamo riferimento. Andare alle assemblee è importante (e a quelle delle nostre cooperative in un anno intervengono circa 100mila persone), però un consumatore diventa socio per avere una relazione che non necessariamente passa attraverso questa forma di partecipazione. In primo luogo vuole fare acquisti sentendosi tutelato e difeso nel suo potere d’acquisto. Anche l’acquisto è una forma di relazione.
Vita: Anche nel negozio sotto casa…
Soldi: Bisogna che si dia modo al socio di esprimersi rispetto alla relazione, ai servizi che riceve e alla possibilità di avanzare suggerimenti… Abbiamo già un’esperienza importante: un prodotto a marchio lo facciamo approvare dai nostri soci. Andrebbe creato qualcosa del genere, che dia modo al socio di esprimersi e alle cooperative di capire le sue esigenze.
Vita: Poi c’è il mutualismo.
Soldi: Uno scambio importante che va sistematizzato: si perde un po’ in tanti rivoli, non sempre il socio ne ha contezza. Entro questo quadro abbiamo visto il tema della governance. Sono due gli aspetti centrali: garantire percorsi democratici e trasparenti che possano permettere al socio, se lo desidera, partecipazione e rappresentanza. L’altro è la distinzione sempre più netta fra poteri d’indirizzo e controllo e la gestione. Sono in atto sperimentazioni diverse. Alcune cooperative hanno optato per un sistema duale, altre per un’evoluzione del modello tradizionale con la separazione dei poteri e con consiglieri indipendenti. In ogni caso deve esserci coerenza con i valori cooperativi.
Vita: Che in tempi di crisi sono ancora più importanti…
Soldi: L’economia risente dei danni della trimestrale. Avere imprese che pensano in lungo e alle generazioni future, come fanno le cooperative, è un bene per il Paese. Noi abbiamo fatto la nostra parte, nel momento in cui più forti erano gli aumenti delle materie prime, non li abbiamo scaricati sul costo dei prodotti. Quando le materie prime hanno cominciato a scendere, abbiamo abbassato i prezzi dei prodotti.
Vita: Cosa pensa dei farmer’s market?
Soldi: È un fenomeno di nicchia che riguarda un numero ristretto di produttori e di consumatori. Le iniziative per rendere più efficiente la filiera sono importanti, ma comparando la nostra situazione alla media europea si vede che i costi più elevati riguardano l’intermediazione che sta fra il produttore e la distribuzione. Inaccettabile che si dica che i prezzi sono alti per colpa della grande distribuzione, che invece li ha contenuti. Senza contare che i prezzi dei farmer’s market non è che siano straordinariamente bassi… E poi quest’idea che lì ci sia sempre la genuinità, ma chi controlla? A noi ne fanno tanti di controlli. Quindi, per piacere, facciamoli a tutti.