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India, se ai cristiani non restano che i fucili…

di Redazione

QUANDO L’ISLAM TENDE LA MANO
Davvero storico l’incontro che si tiene in Vaticano dal 4 al 6 novembre fra una delegazione di sapienti islamici e di teologi cattolici, come ha anticipato Vita lo scorso numero. Storico per due ragioni: innanzitutto perché stavolta l’iniziativa è partita dai musulmani e non da Roma. E poi per l’autorevolezza della delegazione. Non si tratta infatti del solito sparuto gruppo di intellettuali musulmani che frequentano i salotti buoni dell’ecumenismo. Ma di leader realmente rappresentativi del pianeta Islam. Tutto inizia nel settembre 2007 con una lettera inviata al Papa da 138 saggi musulmani. Chiedono un dialogo per cercare insieme, nelle sacre scritture, «una Parola comune» per cementare l’amicizia fra cristiani e musulmani. Ratzinger accetta il confronto, nonostante sia sconsigliato da numerosi critici, in testa Magdi Allam. Curiosamente sono i musulmani a portare il dialogo sui temi dottrinali. Mentre i teologi cattolici cercheranno di planare su temi pratici, come la libertà religiosa e i diritti umani. Il Vaticano chiederà alla delegazione islamica pubblica solidarietà per i cristiani sotto attacco in Iraq.

INDIA, CRISTIANI IN ARMI
«Ci è giunta notizia che i giovani cristiani nello Stato indiano dell’Orissa stanno cercando armi, vogliono organizzare una difesa armata contro gli assalti dei nazionalisti indù. Siamo molto preoccupati, c’è il pericolo che scorra ancora più sangue? ». L’allarme lo lancia a Vita monsignor Felix Toppo, diocesi di Jamshedpur, uno dei vescovi indiani che ha partecipato al Sinodo mondiale dei vescovi. «La situazione è davvero gravissima, decine di uccisioni, oltre 300 chiese devastate e 50mila rifugiati costretti in campi profughi molto simili a lager nazisti. Lei mi chiede cosa diciamo a questi giovani cristiani che stanno armandosi? Cosa possiamo dire? Se nessuno li protegge?».

IPSE DIXIT
A un concorrente del quiz di Gerry Scotti è stato chiesto chi fu il primo a recitare il Padre Nostro. Non ha saputo rispondere. Commento di Massimo Gramellini su La Stampa : «Forse la Chiesa, così attenta alle questioni etiche, farebbe meglio a occuparsi della ragione sociale della ditta, che oggi troppo spesso galleggia dentro omelie più noiose di un film iraniano coi sottotitoli in siamese».

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