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ANNIVERSARI. “Il seme di Nasiriyah” di Margherita Coletta

Nella giornata delle forze armate, la testimonianza della vedova Coletta a Tg1/Fa' la cosa giusta

di Redazione

Il 12 novembre del 2003 a Nasiriyah in Iraq diciannove italiani furono uccisi da 300 kg di tritolo. A cinque anni di distanza Margherita Coletta, la vedova simbolo della più grande strage di militari italiani dopo la  Seconda Guerra Mondiale, con la giornalista Lucia Bellaspiga ha scritto un libro: “Il seme di Nasiriyah” (ed. Ancora), pagine inedite e drammatiche dell’attentato , ma anche una storia di rinascita.

Subito dopo la strage  Margherita ha inviato  i primi aiuti ai bambini iracheni, i figli di chi le uccise il marito e fondato l’associazione Coletta, che porta aiuti ai bambini nei paesi poveri e in guerra: www.associazionecoletta.it. Suo marito Giuseppe era andato in Iraq dopo che il figlio Paolo  era morto di leucemia. «Parto in missione di pace per salvare tanti bambini – aveva detto –in ognuno di loro vedrò il mio Paolo».

Margherita Coletta divenne famosa e colpì le coscienze il giorno stesso della strage quando, Vangelo in mano, disse: «Ama il tuo nemico, ci ha detto Gesù. Troppo facile farlo quando tutto va bene, è adesso che dovrò perdonare». Le sue parole furono riprese durante i funerali di Stato dal Cardinale Ruini, entrarono in tutti i telegiornali del mondo e Papa Wojtyla la volle abbracciare.

A novant’anni dalla fine della Grande Guerra e nel giorno delle Forze Armate una testimonianza di pace e di amore a Tg1/Fa’la cosa giusta (martedì alle ore 9,08 circa) a cura di Giovanna Rossiello. In studio Lucia Bellaspiga e Margherita Coletta

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