Non profit

I giornali raccontanobil loro declino

di Redazione

I l New York Times vuole ristrutturare il proprio organico dopo i disastrosi risultati dell’ultima trimestrale, che ha visto i ricavi pubblicitari su carta in picchiata libera (-16%) e quelli dell’online (+6%) ancora del tutto insufficienti a colmare il buco. Alla concorrenza non va meglio, come segnala Marco Pratellesi nel suo Mediablog. Nell’arco di una settimana tre grandi gruppi editoriali statunitensi hanno annunciato tagli drastici al personale. E un quotidiano autorevole come The Christian Science Monitor annuncia addirittura di abbandonare la carta e puntare tutto su Internet. Dopo cento anni di pubblicazioni, dal prossimo anno il quotidiano continuerà a vivere solo online, mentre la domenica uscirà un settimanale su carta per gli abbonati. Sarcastica la dichiarazione rilasciata dal direttore Yemma al New York Times : «Abbiamo il lusso e l’opportunità di compiere un salto che la maggior parte dei quotidiani saranno costretti a fare nei prossimi cinque anni».
Non c’è un esperto che dia una chance alla carta stampata. L’ultimo ad aver cantato il suo “de profundis” è stato Benoît Raphaël, uno degli esperti che partecipa ai gruppi di lavoro sugli Stati generali sulla stampa scritta in Francia, nel suo blog Demain tous journalistes con un articolo dal titolo «Giornali: il rompicapo dei contenuti». Nell’esaminare le chance per il futuro della stampa scritta, Raphaël parte da una questione di fondo: il focus non è “cosa” leggere in un giornale, ma “perché” leggere un giornale. «Anche perché», spiega Raphaël, «io non vedo oggi un solo contenuto pubblicato su carta che non possa essere trovato su internet». E che il ricambio generazionale sia quasi un’utopia lo ha verificato anche Repubblica . Quest’anno l’iniziativa del quotidiano in classe passa sul sito internet del giornale.