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URANIO IMPOVERITO. Oggi la Giornata internazionale contro le armi
Sono 173 i milioni di euro stanziati per le famiglie dei soldati italiani morti -170 finora i decessi accertati- e per i 2.540 soldati che si sono ammalati in seguito alle missioni all'estero.
di Redazione
Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento Europeo, chiede che «il Governo Italiano accolga l’appello del Parlamento Europeo sull’introduzione di una moratoria nell’uso di questo tipo micidiale di armi e sblocchi i fondi previsti per il risarcimento delle vittime».
La Morgantini ricorda che «sono 173 i milioni di euro stanziati per le famiglie dei soldati italiani morti -170 finora i decessi accertati- e per i 2.540 soldati che si sono ammalati in seguito alle missioni all’estero. Attualmente solo quattro famiglie sono state risarcite mentre i soldi restanti sono al momento bloccati per problemi burocratici tra il Ministero dell’Interno e quello della Difesa».
Pertanto la Europarlamentare in occasione di oggi, Giornata internazionale contro le armi all’uranio impoverito, lancia un appello: «Come è avvenuto per la moratoria della pena di morte, l’Italia deve essere parte attiva alle Nazioni Unite anche per una moratoria contro le armi all’uranio impoverito, che rappresentano una palese violazione del diritto umanitario internazionale e il cui impatto è devastante per l’uomo e l’ambiente: lo abbiamo ribadito con varie risoluzioni al Parlamento Europeo, la più recente votata ad ampia maggioranza lo scorso maggio (491 MEP favorevoli, 18 contrari e 12 astenuti) quando abbiamo rinnovato l’appello per la moratoria nell’utilizzo di tali armi, a non inviare personale militare e civile nelle regioni in cui non vi è garanzia che l’uranio non sia stato utilizzato e soprattutto sollecitando studi scientifici e l’inventario delle aree contaminate.
Sulla tutela della salute umana non sono ammesse deroghe né ignavie: per questo il Governo Italiano dovrebbe anche sostenere la nuova risoluzione sugli “Effetti dell’uso di armamenti e munizioni contenenti uranio impoverito” (A/C.1/63/L.26), che sarà votata all’inizio di questo mese alle Nazioni Unite e che chiede ai Governi ulteriori approfondimenti su questo tema, visto che finora i dati utilizzati dalle tre agenzie IAEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) e il WHO (Organizzazione Mondiale per la Sanità), non sono aggiornati, sono privi di verifiche incrociate e di ricerche sul campo.
Lo affermiamo da tempo anche con la Coalizione Internazionale per la messa al bando delle armi all’uranio (ICBUW- http://www.bandepleteduranium.org ) che porta avanti una campagna globale per la moratoria e contro gli investimenti di banche e compagnie finanziarie di tutto il mondo, molte europee, nella fabbricazione di questo tipo di armi, utilizzate in vari conflitti dal 1991 al 2003, in Iraq, Afghanistan, Kosovo, Bosnia o in Somalia, causando migliaia di morti tra i soldati e i civili e moltissimi ammalati a causa delle loro polveri sottili radioattive: nelle zone altamente contaminate dall’uranio – oltre il 70% dell’Iraq- crescono infatti le probabilità di tumori, leucemie o malformazioni.
Proprio a causa delle conseguenze dannose derivanti dal suo grado elevatissimo di tossicità, il 7 marzo del 2007 il Belgio, primo paese al mondo, decideva per il bando completo nell’uso di armi, corazze, equipaggiamenti militari all’uranio impoverito: l’Unione Europea e l’Italia dovrebbero seguire questo esempio.
Dal Governo italiano ci aspettiamo quindi una presa di posizione seria e coerente, facendo della battaglia contro l’uso delle armi all’uranio impoverito una battaglia di civiltà con una straordinaria mobilitazione, la stessa che si è vista per la moratoria sulla pena di morte»
LUISA MORGANTINI
Vice Presidente del Parlamento Europeo
http://www.luisamorgantini.net/>
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