Non profit

Questa crisibultimo regalobdei ricchi

Brasile/2 Lula all'attacco degli Usa

di Redazione

Alcuni brani del discorso del presidente agli imprenditori carioca durante un evento organizzato dal settimanale «CartaCapital». Un punto di vista lucido. E battagliero di Luís Inácio Lula da Silva
N on amo le crisi ma credo che motivino le persone. Del resto io sono nato in una situazione di crisi e, per arrivare alla presidenza del Brasile, sono passato attraverso una serie infinita di crisi. Senza crisi, del resto, molti si comporterebbero come quel cittadino diventato ricco per avere ereditato i soldi del padre ma senza aver mai prodotto nulla. Io invece preferisco chi produce, anche magari solo una goccia, ma con il suo sudore, il suo sangue e il suo impegno.
Perciò in questo momento in cui il mondo sta vivendo una crisi profonda voglio lanciare un appello perché noi lasi affronti a testa alta. È vero che la speculazione finanziaria – io direi il casinò originato dai “subprime” – ha messo sotto scacco a livello mondiale il controllo del sistema finanziario. È vero che coloro i quali per anni hanno dato consigli sull’economia brasiliana poi non guardavano alle economie di casa loro. Chi giudica il cosiddetto rischio Brasile sa dire qual è il rischio statunitense oggi? La verità è che noi abbiamo risparmiato come dei dannati, abbiamo lavorato, abbiamo conseguito avanzi di bilancio in serie, abbiamo passato l’intera nostra vita a cercare di mettere il dollaro a un livello che fosse compatibile con gli interessi sia degli importatori che degli esportatori. Eppure tutti i giorni vedo nel mio computer che il rischio Brasile aumenta.
Noi abbiamo fatto di tutto per bene amministrare, Bush ha combinato il disastro: noi corriamo rischi e lui no. Osservando questo trend mi sono detto: c’è qualcosa di sbagliato in questi giudizi. Anche perché, all’improvviso, ho visto che le imprese che sino a ieri valutavano il nostro rischio oggi sono sull’orlo del fallimento.
Il Brasile è un Paese straordinario che ha superato tutte le crisi cui è stato sottoposto, è un Paese che a volte è stato governato come se ci fosse bisogno di un mago per inventare qualcosa di nuovo, di straordinario. Non faccio nomi ma conosco gente che in Brasile ha portato l’inflazione all’80% l’anno e oggi guadagna soldi parlando di stabilità. Molti più soldi di quelli che guadagno io, che la stabilità l’ho garantita.
In questo momento il Brasile sta vivendo questa situazione a causa dell’irresponsabilità del mondo sviluppato, perché a differenza del passato oggi la crisi economico-finanziaria è nell’arteria principale, nel cuore del sistema capitalista targato 2008. Quella attuale è una crisi di irresponsabilità perché alcune persone hanno venduto ciò che non avevano da vendere, dando in garanzia ciò che era senza garanzie. La mia speranza è che questa volta i paesi emergenti a cominciare dai Bric (Brasile, Russia, India e Cina, ndr ) partecipino di più alle decisioni perché, com’è dimostrato, il G8 non è più in grado di condurre da solo l’economia mondiale.