Non profit

FAO. Lettera dal comitato per sovranità alimentare

Marelli: un nuovo di modello di governance concentra in un “club dei Paesi donatori” il potere decisionale

di Redazione

Il Comitato Italiano per la Sovranità alimentare ha chiesto in una lettera di bloccare tutte le disposizioni contenute nelle proposte del “Suivi de l’Evaluation Indépendante et Amis du Président” che saranno presentate durante la XXXV sessione straordinaria della Fao che si chiuderà il 22 novembre. Secondo il Comitato, presieduto da Sergio Marelli, le diposizioni che stanno per essere approvate contrastano il principio di democrazia reale e promuoverebbero un nuovo di modello di governance che vorrebbe concentrato in un “club dei Paesi donatori” il potere decisionale in materia di sicurezza alimentare.

Alla XXXV Conferenza FAO che si aprirà domani a Roma parteciperanno le delegazioni di tutti i membri dell’Agenzia. L’11 novembre scorso il Comitato italiano ha inviato al Ministro Affari Esteri Franco Frattini, al Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia e al sottosegretario Ministero dello sviluppo economico Adolfo Urso una lettera nella quale il Comitato esprime la propria posizione riguardo al processo in corso sulla riforma della FAO.

Le Organizzazioni, le Associazioni, gli Enti e le realtà firmatarie chiedono fra le altre cose che «il nostro Governo contribuisca a riaffermare la missione originaria della FAO e la sua natura di Agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo agricolo e rurale; a mantenere la FAO nel suo ruolo di spazio neutrale dove i Governi possono elaborare delle strategie per individuare le linee direttrici della politica agricola e alimentare mondiale; e a confermare il ruolo della FAO, quale ambito di ascolto e di elaborazione nel quale le Organizzazioni di Società Civile, le ONG e i movimenti sociali possano apportare i loro contributi alla definizione di tali linee direttrici della politica agricola e alimentare mondiale».

«Tali richieste da noi sostenute» spiega Marelli «sono soprattutto quelle delle organizzazioni e movimenti che rappresentano decine di milioni di agricoltori, allevatori, pescatori, popolazioni indigene, organizzazioni di donne, associazioni di migranti che già oggi subiscono i maggiori effetti di politiche distorte dall’egoismo e dai privilegi garantiti a pochi e che vedono un futuro di ulteriori e più gravi preoccupazioni».

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