Non profit

La solidarietàbvista con gli occhibdi Franco

storie da cinema/2 Un documentario a Filmmaker

di Redazione

La vita quotidiana di un ospite
di una comunità gestita dalla cooperativa Namasté è il soggetto di un film
di Massimo Corsini e Marco Perico. Slanci e silenzi, solitudini e relazioni: fotogramma
dopo fotogramma il percorso di un’esistenza
che ritrova la sua dignità
U na vita e un traguardo. La prima è complicata e riservata, costruita com’è, anno dopo anno, anche d’abbandoni, difficoltà, rifiuti. Il secondo è egualmente complesso ma è più condiviso, concertato. La vita è quella di Franco Alborghetti, sessant’anni appena compiuti. Il traguardo è la comunità in cui, da parecchio tempo, abita. A restituire la fatica (ma anche la bellezza) di questo percorso, un film realizzato da Massimo Corsini e Marco Perico, Il berretto sta alla pipa , prodotto da Filmmaker, Lab80 e dalla cooperativa sociale Namasté (che quella comunità gestisce a Cenate, Bergamo), con il contributo di Vita . Viene proiettato lunedì 24 al Festival rassegna Filmmaker, nel concorso dedicato a opere su lavoro e temi sociali. 50 minuti per raccontare la vita quotidiana di Franco, i suoi riti e i suoi ritmi, il suo modo solitario di vivere insieme a una dozzina di altre persone, i suoi slanci improvvisi. «Il tempo dell’esistenza», spiega uno degli autori, Massimo Corsini (una laurea in filosofia e un’esperienza di servizio civile, al suo terzo documentario), «per Franco è scandito naturalmente. È collegato al suo sentire con molta profondità la natura, il passare delle stagioni. Per lui, che appartiene a una famiglia contadina, è un legame quasi sanguigno. Come mostrano le sequenze nelle quali con entusiasmo incredibile sale sul monte Misma, che è nei pressi della comunità».
Flash di vita e di emozioni. Di slanci e di silenzi. Perché Franco parla poco e sa vivere, all’interno del gruppo, in una dimensione tutta sua. «Ci interessava mettere a fuoco», prosegue Corsini, «questa solitudine capace però di grande generosità: la casa che ospita la struttura è di proprietà di Franco e anche se lui è senz’altro il protagonista, nel film emergono le relazioni che lo legano ai suoi compagni».
È quindi la dialettica fra l’io e il noi (un noi che è anche “istituzionale”: non solo gli altri ospiti, ma gli operatori, i responsabili della coop) a organizzare il documentario che non è costruito come una pseudo-narrazione. Attraverso varie testimonianze e situazioni diverse, si descrive quella che gli autori definiscono «geografia interiore» del protagonista e si racconta un cammino di solidarietà in qualche modo esemplare, cui ha partecipato – oltre agli operatori sociali – l’intera cittadinanza. Un percorso che ha restituito a Franco una condizione esistenziale dignitosa e che può insegnare qualcosa a tutti noi.

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.