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Facebook or face to face?bQuesto è il problema

di Redazione

S iamo entrati nell’era dei social network e di Facebook, l’ultima nata tra le piazze virtuali dove giovani e meno giovani si “incontrano” da ogni parte del mondo. Spesso questi “non luoghi” diventano veicolo di propagazione di messaggi e iniziative a sfondo razzista, slogan, frasi, messaggi che un tempo venivano scritti a pennarello nei bagni ora vengono pubblicati su forum e gruppi virtuali raggiungibili così da più persone, molte volte anche giovanissimi. Da dove viene questa irrefrenabile voglia di aggregazione che le nuove generazioni ricercano ma che riversano nel virtuale? Come coniugare questo fenomeno all’estrema solitudine e difficoltà di fare gruppo che osserviamo oggi nei ragazzi? Da una parte le piazze virtuali si riempiono, dall’altra i luoghi di aggregazione giovanile sono sempre più vuoti. Sembra un paradosso, immaginiamo in ogni casa giovani che ricercano amicizie e ascolto racchiusi nella loro stanza da soli, quando, forse, basterebbe aprire quella porta e andare incontro all’altro e alla realtà. Entrare in chat, scrivere e comunicare velocemente ad un amico, ad uno sconosciuto, un problema, un’emozione, un dolore è qualcosa che i giovani hanno imparato a fare e ormai fa sempre più parte del loro quotidiano. Ma chi di loro sarebbe oggi capace di fare le stesse cose guardando in faccia l’interlocutore, parlandogli, e non da dietro uno schermo?
Per i più giovani il rischio è che l’abuso della rete per comunicare crei confusione nella distinzione tra reale e virtuale (soprattutto nella costruzione dell’identità personale). Il rischio di investire in modo così esclusivo nel virtuale porta a dimenticare e non allenare quelle capacità relazionali indispensabili specialmente nel periodo della crescita per formare una propria identità aperta al mondo, a nuovi incontri, affrontando anche le proprie debolezze e difficoltà senza nascondersi dentro false identità virtuali. Questi ragazzi (si parla del 73% dei giovani tra i 12 e i 18 anni) alla ricerca disperata di relazioni sono le prede più facili e appetibili per malintenzionati che, creandosi alter ego ad hoc, riescono a catturarne le attenzioni e conquistarne la fiducia in breve tempo sfruttando l’anonimato che il virtuale garantisce. Proprio per questo è stato recentemente creato dal Cnr il Virtual Parent , un software che permette ai genitori di controllare i movimenti dei propri figli sulla rete, conoscere chi li contatta e vedere file e foto inviate o ricevute. È essenziale che i familiari siano consapevoli dell’esistenza di questi pericoli, come dei rischi della vita “reale”. Così come è essenziale siano consapevoli della necessità che i loro figli facciano esperienze reali.

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