L a nostra amica Fatou sta facendo i conti con una sola delle voci di costo dell’immigrazione nel nostro Paese. Gli stranieri, infatti, come tutti i cittadini italiani (pur non potendolo diventare, se non dopo dieci anni di residenza) pagano le tasse. L’ultimo rapporto Caritas (che si riferisce a dati del 2007) calcolando Irpef, Ici, imposte catastali e addizionali da lavoro autonomo le quantifica in 3 miliardi e 800mila l’anno. Ma ci sono stime del gettito fiscale prodotto dagli immigrati che superano quota 5 miliardi (per esempio quelle della Fondazione Ethnoland).
Secondo la Fondazione Ismu, infine, gli italiani versano il 50% di imposte in più rispetto agli stranieri residenti ma usufruiscono anche di benefici assistenziali e previdenziali tre volte superiori. Un italiano su tre percepisce una pensione dall’Inps: mentre gli stranieri sono soprattutto forza lavoro giovane e solo l’8,4% è pensionato. Per quel che riguarda i “costi” dell’integrazione, Ethnoland ha misurato che i Comuni italiani spendono circa 700mila euro per i servizi d’integrazione: meno di un quinto delle tasse pagate dagli stessi stranieri per lavorare in Italia. (D.V.)
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