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ELUANA. Sacconi, su atto d’indirizzo inesattezze e tanta ideologia

Così il ministro della Salute, del lavoro e del Welfare

di Redazione

”Le molte inesattezze formali e sostanziali, accompagnate talora da una campagna ideologica che di un caso specifico vuol fare una regola generale, mi obbligano a ricordare le ragioni dell’atto che ho prodotto e la disciplina allo stato applicabile con riferimento al dovere di idratazione e alimentazione verso qualunque persona – specialmente ove non sia in grado di provvedere a se stessa – nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”. Lo ha dichiarato il Ministro della Salute, Maurizio Sacconi in merito all’atto di indirizzo inviato ai presidenti delle Regioni sulla vicenda Eluana Englaro. ”Tale obbligo – ha aggiunto Sacconi – non puo’ ovviamente che collocarsi nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza, per i quali l’articolo 117 della Costituzione prevede la competenza esclusiva dello Stato, il cui compito e’ quindi quello di garantirne il rispetto nell’intero territorio nazionale”. ”In assenza di una disciplina legislativa – ha proseguito il Ministro della Salute – dedicata alla regolazione della fine di vita, che a questo punto deve essere sollecitata al Parlamento, la generale applicazione del dovere di alimentazione e idratazione nei casi di particolare bisogno non poteva non essere accompagnata da un cosiddetto atto di ricognizione dei principi generali emanato dal Ministro nell’ambito del suo dovere di assicurare l’esigenza di unitarieta’ del Servizio sanitario nazionale rispetto ai valori fondamentali. Altri atti, del resto, sono stati prodotti in passato con lo stesso scopo come, tra gli altri, quello dedicato ai limiti e alle modalita’ di impiego della terapia del cosiddetto elettroshock”. Sacconi anche sottolineato di essersi avvalso ”del parere espresso dal Comitato nazionale di bioetica, organo della Presidenza del Consiglio a somiglianza di analoghi organi presenti in quasi tutti i Paesi, seguendo un criterio di prudenza che, in assenza di una legislazione specifica, vuole la conferma della prassi fin qui adottata dall’intero Servizio sanitario nazionale”. Il Ministro ha richiamato ”la Convenzione delle Nazioni Unite sui disabili, il cui disegno di legge di ratifica e’ in questi giorni all’approvazione del Parlamento, per l’ampio consenso politico e sociale che su di essa si e’ gia’ registrato, essendo peraltro noto che quella Convenzione e’ stata definita anche alla luce dell’ampio dibattito seguito alla vicenda Terry Schiavo”.

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