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FORUM SOCIALE. Il giorno degli Indios

Ne sono arrivati a Belém 3mila da tutto il mondo per la Giornata Panamazzonica

di Redazione

Oltre centomila persone hanno marciato per cinque ore per le strade di Belem, nel cuore dell’Amazzonia del Brasile, per dare il via ieri ai lavori del Forum Sociale Mondiale 2009. Popoli indigeni, associazioni, organizzazioni delle società civile, forze politiche, sindacati, gruppi religiosi si sono dati appuntamento in Piazza Pedro Teixeira, sotto il sole battente, per salutare la nona edizione del Forum Sociale Mondiale, tornata in America Latina dopo due anni di assenza.
Prima della partenza della marcia i rappresentanti dei popoli africani (anfitrioni dell’ultima edizione, a Nairobi, nel 2007) hanno simbolicamente passato il testimone ai popoli amazzonici, che ospitano quest’anno l’evento. Dopo la cerimonia la marcia ha preso il via attraversando le principali vie di comunicazione della città.

«È il momento di trovare nuove soluzioni per una civiltà che è malata e si regge su una logica che viola i diritti umani e l’ambiente. Il Forum offrirà la risposta globale dei movimenti sociali», ha detto Aldalice Oterloo, tra i promotori dell’evento. Per la prima volta, in otto anni di vita del Forum, non sono stati sollevati striscioni né si sono alzate grida di protesta contro l’ormai ex-inquilino della Casa Bianca, ma ha predominato un clima di simpatia e speranza verso il nuovo presidente americano, Barack Obama.
Neppure le due ore di pioggia battente hanno fermato l’entusiasmo della marcia, che è continuata fino alla centralissima Piazza dell’Operaio dove, sul palco montato per l’occasione, si sono succedute le delegazioni di 60 popoli indigeni.

La marcia è stata preceduta nella mattina di ieri dalla conferenza stampa di lancio del Forum. Ad intervenire sul palco del Teatro Maria Sylvia Nunes, nelle adiacenza del vecchio porto, Chico Whitaker, uno dei padrini del Forum sia dalle prime edizioni, preceduto da Candido Grabosky dell’Istituto Brasiliano di analisi sociale ed economica, dall’indigena Adalise Otteloo del coordinamento locale, da Oded Grajew del Cives e da Raffaella Bolini dell’Arci. Nel suo intervento, a nome del coordinamento italiano per il FSM, la Bolini ha ricordato che l’America latina rappresenta l’unico continente ad aver vissuto nell’ultimo decennio cambiamenti e trasformazione importanti grazie ai processi messi in moto dai movimenti sociali, rappresentando in questo momento l’unico immaginario di rivendicazione e di costruzione di reali alternative al neoliberalismo.

La seconda giornata del Forum,  è stata completamente dedicata ai 500 anni di resistenza, realizzazioni e prospettive afro-indigene e popolari. Nella Giornata Pan-Amazonica, organizzata in parallelo rispetto al quinto Social Forum Pan-Amazonico, popoli e movimenti di tutta l’Amazzonia lanceranno nuove alleanze mondiali utilizzando, tra l’altro, i metodi tradizionalmente propri del Forum sociale Pan-amazzonico come la ”mistica”, e cioé delle attività di convergenza multiculturale ed ecumenica. 

Questa del 2009 sarà la più grande mobilitazione indigena nella storia del Forum Sociale Mondiale. A Belem sono arrivati alla spicciolata, tra aerei e carovane via fiume e via jeep trans-frontaliere, più di 3 mila indios di tutto il mondo, per affrontare la loro realtà quotidiana chiedendo il sostegno  per lanciare una campagna in difesa del pianeta. Circa il 27% del Rio delle Amazzoni, condiviso da nove Paesi della regione Pan Amazonica, è occupato da territori indigeni e il 10% di tutta la popolazione dell’America Latina, 44 milioni di persone, e’ composto da 522 popoli tradizionali di etnie diverse. Bambini e adulti sono protagonisti di una lotta di resistenza e di una sofferenza per i danni irreversibili causati dall’espansione delle attività delle imprese multinazionali – l’estrazione, il petrolio, l’energia idroelettrica, il legname, la soia, tra gli altri – a danno delle comunità indigene.

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