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SCUOLA. Uic e Ens riunione a sorpresa al Ministero

Dopo qualche imbarazzo i rappresentanti sono stati ricevuti dai funzionari del ministero dell'Istruzione

di Redazione

Le direzioni nazionali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e dell’Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei Sordi questa mattina alle 10,30 si sono riunite, a sorpresa, nell’atrio del Ministero dell’Istruzione per sollecitare una risposta quanto mai urgente sull’attuazione della legge 69 del 2000: dopo otto anni il nervosismo ha raggiunto il culmine.
La legge 69 stanzia risorse economiche importanti per l’integrazione scolastica dei minorati sensoriali. Ma dal 2000 ad oggi, non è ancora stato approvato un regolamento che renda la legge 69 operativa, con la conseguenza che i bambini e i ragazzi ciechi, ipovedenti e sordi sono privati degli interventi specialistici necessari per la loro formazione: materiali didattici speciali, libri di testo accessibili, apprendimento della lingua dei segni e così via.
La delegazione capitanata dai presidenti Tommaso Daniele e Ida Collu, dopo qualche momento di imbarazzo, è stata accolta da dirigenti e funzionari del Ministero: tra gli altri erano presenti Giuseppe Cosentino, capo dipartimento Istruzione, Pasquale Capo, capo della segreteria del Ministro Gelmini, Mario G. Dutto, Direttore generale per gli Ordinamenti scolastici, Pasquale Pardi, Direttore Generale per i Servizi nel territorio, Sergio Scala, Vicedirettore Dg Studente, Massimo Tocci, ufficio legislativo.
Quasi tre ore per spiegare, confrontarsi e capire.
Giuseppe Cosentino si è impegnato a presentare al Ministro le richieste dei due enti. E’ stato fissato un nuovo incontro per giovedì 12 febbraio.

Tommaso Daniele e Ida Collu, a fine incontro, concordano nel tirare le somme: «Sono passati quasi nove anni dall’approvazione della legge. Oggi abbiamo incontrato persone disponibili a collaborare con noi. Ma non è sufficiente. Abbiamo bisogno di un impegno politico e pubblico del Ministro a sostegno del regolamento. Giovedì sarà il momento per risposte chiare e definitive. E’ ora di dire basta a questa situazione imbarazzante, in cui una legge dello Stato è stata approvata da molti anni, ma ancora resta inattuata».

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