Nuove galere senza educatori?
«I compiti dell’amministrazione non si esauriscono di certo nelle attività di sola custodia del detenuto, ma riguardano anche gli essenziali interventi rieducativi intesi nella loro massima accezione, non solo quale strumento di accrescimento culturale ma anche quale punto di forza per un rinnovato e consapevole percorso esistenziale che tenda a realizzare l’inclusione sociale e la maturazione personale», così il ministro Alfano nella relazione che accompagna il Piano carcere del governo che mira alla costruzione di nuove galere. Poi però, se qualcuno cerca nel piano novità riguardanti gli «essenziali interventi rieducativi», non troverà una virgola, neppure per quel che riguarda l’assunzione degli educatori, recenti vincitori di concorso. A Padova allora, di fronte al disastro di tre soli educatori per 750 detenuti, Comune e Centro di servizio per il volontariato hanno deciso di investire loro sul reinserimento, finanziando l’assunzione di quattro “agenti di rete” che affiancheranno gli educatori.
Io, agente di Polizia penitenziaria
E chi ci metteranno a gestire le nuove carceri? Dove troveranno i soldi per il personale di custodia, visto che già oggi la situazione è desolante, come testimonia un agente di Polizia penitenziaria della Casa circondariale di Vicenza in un’intervista a un quotidiano locale: «Gli agenti fanno turni massacranti. Spesso, per almeno due settimane, non si riesce a guadagnare un giorno di riposo con tutto quello che comporta a livello professionale, umano e psicologico. Ci sono sezioni in cui c’è un solo agente. Poi, ci sono gli appelli, la distribuzione dei pasti e tutti i controlli».
Scuole piene di telecamere come le carceri?
Per stroncare forme di violenza e bullismo dei giovani, si parla di installare telecamere nelle classi. Ma ha davvero un senso far diventare le scuole delle autentiche galere? Ecco la testimonianza di un detenuto, E. Makarov, che le telecamere è costretto a sopportarle sempre: «Si parla di mettere telecamere nelle classi, ma davvero volete che tutta una generazione si ritrovi a frequentare un luogo che avrà poco di una scuola e tanto di una prigione?».
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