Welfare

AMBIENTE. Uisp: no alla riapertura dell’Asinara e Pianosa

La proposta di riapertura delle carceri dell’Asinara e di Pianosa è inserita nel decreto sicurezza.

di Redazione

L’Uisp – Unione italiana sport per tutti, è contraria alla proposta di riapertura delle carceri dell’Asinara e di Pianosa, inserita nel decreto sicurezza. L’intervento della Uisp nasce dalla sua quotidiana esperienza di attività di sportpertutti sia nei Parchi, sia nelle carceri. Inoltre, nell’aprile del 2008 ha stipulato un protocollo d’intesa con il ministero dell’Ambiente per ridurre l’impronta ambientale dello sport e svolge attività sportive all’interno di alcuni Parchi nazionali.

«La scelta del governo sacrifica due aree protette di pregio e valore quali il Parco dell’Asinara, un’area marina, e il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e lo fa contro il volere delle rispettive Regioni, Sardegna e Toscana – afferma Santino Cannavò, responsabile nazionale Ambiente e sostenibilità Uisp – in questo modo il governo nega la valenza intrinseca di tali aree e le potenzialità di sviluppo economico che costituiscono per il territorio e per le popolazioni locali».

Questa decisione del governo per Cannavò «riapre una discussione ormai ricorrente. Quale deve essere l’uso e la gestione più idonea del territorio? Quale deve essere il coinvolgimento delle popolazioni locali? Quale il loro assenso a un uso collettivo del  territorio dove vivono? Il problema è sorto in Campania per la collocazione delle discariche, a Vicenza per l’ampliamento della base Nato, e oggi riguarda le isole dell’Asinara e di Pianosa. Le popolazioni locali hanno già conosciuto l’effetto negativo del vivere all’ombra di quelle carceri e hanno vissuto la tanto auspicata riconversione di tali aree in parchi naturali! La popolazione, i giovani, le forze sociali ed imprenditoriali hanno creduto in un riscatto attraverso la salvaguardia dell’ambiente e la sua valorizzazione».

Questa proposta inoltre porta la Uisp a una valutazione negativa sia della politca carceraria del governo sia sulla sua politica ambientale. «Nel primo caso critichiamo la costruzione di nuovi carceri a discapito di programmi per il reinserimento sociale; nel secondo la mancanza di una corretta gestione delle aree protette e la loro valorizzazione sociale. Crediamo» conclude Cannavò, «al contrario, che le due politiche, quella sociale e quella ambientale, possano sviluppare progetti in sinergia per migliorare la qualità dei territori e la vita dei cittadini».

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