Mondo
CRISI. Entro fine anno in Europa un milione di disoccupati
Lo prevede Tony Atkinson, esperto di Welfare intervenuto oggi in un convegno promosso dall'Intergruppo della sussidiarietà
di Redazione
“Famiglie, minori e pensionati saranno i più colpiti dalla crisi”. Questa è la previsione fatta, oggi pomeriggio a Roma, dal Prof. Tony Atkinson, esperto di distribuzione della ricchezza e dei sistemi di welfare, in occasione del convegno promosso dall’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà su “Crisi, sussidiarietà ed economia sociale di mercato”.
“Le conseguenze della crisi sull’occupazione saranno molto gravi – ha avvertito il Professore – entro la fine dell’anno in Europa ci saranno circa un milione di persone senza lavoro. Sicuramente, quando ci sarà, conterà molto il secondo stipendio, perchè diventerà una sorta di assicurazione sul futuro”. Il Professore ha lanciato una proposta, per tutelare almeno i minori, molti dei quali vivono al di sotto della soglia di povertà: “bisognerebbe fare in modo che tutti i paesi dell’UE offrissero un reddito minimo alle famiglie per ogni figlio”.
Il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, ha criticato la speculazione finanziaria affermando che: “si deve salvare la parte sana del sistema finanziario e si devono garantire i diritti sociali senza sacrificare la globalizzazione, introducendo però nuove regole”.
Sulla stessa lunghezza d’onda del Presidente della Camera si è trovato Micheal Borchard della Fondazione Konrad Adenauer di Berlino, il quale ha detto che: “la crisi è stata causata dalla violazione dei principi del capitalismo, ma non dobbiamo gettare troppo fango sul capitalismo altrimenti si rischia una crisi di libertà”. Un fatto è certo per Borchard: “l’economia sociale di mercato è lo strumento che riesce a coniugare lo sviluppo del mercato con quello della società. Abbiamo bisogno di regole chiare che garantiscano maggiore stabilità”.
A salvare l’Italia, secondo Marco Fortis, docente di economia industriale all’università cattolica di Milano è stato il sistema dei distretti e l’imprenditoria piccola e diffusa che affonda le sue radici nella manifattura. “Il nostro paese non è caduto nella trappola della finanza creativa – ha detto il professore – e questo ha salvaguardato in parte l’economia nazionale, che soffre ma non crolla”.
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