Mondo
TERREMOTO. Padre Cantalamessa: sete di profitto dei costruttori
Il dramma dell'Abruzzo entra nelle meditazioni del Venerdì santo in Vaticano. Con un giudizio molto duro
di Redazione
Queste frasi sono tratte dalla predica tenuta da padre Raniero Cantalamessa, OFM Cap., predicatore della Casa Pontificia, questo Venerdì Santo nella Basilica di S. Pietro.
«Si fanno analisi a non finire della crisi economica in atto nel mondo e delle sue cause, ma chi osa mettere la scure alla radice e parlare di peccato? L’elite finanziaria ed economica mondiale era diventata una locomotiva impazzita che avanzava a corsa sfrenata, senza darsi pensiero del resto del treno rimasto fermo a distanza sui binari. Stavamo andando tutti “contromano”. L’Apostolo definisce l’avarizia insaziabile una “idolatria” (Col 3,5) e addita nella sfrenata cupidigia di denaro “la radice di tutti i mali” (1 Tim 6,10). Possiamo dargli torto? Perché tante famiglie ridotte al lastrico, masse di operai che rimangono senza lavoro, se non per la sete insaziabile di profitto da parte di alcuni? E perché, nel terremoto degli Abruzzi di questi giorni, sono crollati tanti palazzi costruiti di recente? Cosa aveva indotto a mettere sabbia di mare al posto del cemento?»
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