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TERREMOTO. L’Abruzzo, occasione per ridisegnare la sanità

La sanità abruzzese è in deficit da diversi anni ed è commissariata. Partire da qui per rimodulare il Servizio sanitario nazionale

di Redazione

La proposta è del sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio, a cui fa eco la dichiarazione del Sindacato medici italiani (Smi)

«Congelare e riconsiderare il piano di rientro attualmente in vigore nella Regione Abruzzo. Questa scelta rappresenterebbe una boccata di ossigeno per un territorio messo a dura prova dalla catastrofe terremoto», afferma Salvo Calì, segretario nazionale Sindacato medici italiani (Smi), che in una nota definisce “condivisibile” l’affermazione del sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio, all’indomani del sisma in Abruzzo, di ridisegnare il Servizio sanitario nazionale partendo dalla sanità abruzzese in deficit da diversi anni e commissariata.

«Ma vista la situazione – aggiunge Calì – ci permettiamo di avanzare una proposta concreta», ovvero quella di congelamento del piano di rientro 2009. «I tagli imposti alla Medicina generale (medici di famiglia, guardia medica e medici di 118) e alla pediatria di libera scelta nell’ambito del piano di rientro – sottolinea Cali’ – ammontano a 9 milioni di euro per il 2009. Tagli in un servizio sanitario regionale in crisi da anni che incidono pesantemente anche sul versante della medicina del territorio, che dovrebbe invece rappresentare il fulcro di una moderna assistenza», precisa.

«Fare pagare ai medici e, conseguentemente ai cittadini in termini di assistenza, le responsabilità della politica, rappresenta un errore strategico e produce, particolarmente in questo frangente, ulteriori disagi alla collettività. La sanità abruzzese sta dando risposte alla drammatica emergenza in atto nonostante la politica di tagli delle risorse che ha colpito ospedali e servizi sul territorio».

 

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