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raccolte fondi: e se ci fosse un registro per garantirle?sosteniamo i privati, vigiliamo sul pubblico

di Redazione

Un centinaio in una settimana, per limitarsi a quelle di cui ha dato notizia la stampa. Moltiplicando questa cifra per 10, per includere le collette locali e su internet, si ottiene il totale delle raccolte fondi pro Abruzzo lanciate dai soggetti più diversi. Iniziative lodevoli che però corrono il rischio di disperdersi e non arrivare mai ai destinatari. Accadde nel 2002, dopo il terremoto che distrusse la scuola Iovine di San Giuliano di Puglia. Allora gli italiani donarono 100 milioni: un anno dopo, un’inchiesta di Vita trovò traccia di 44 milioni, di cui solo 31 spesi; 56 erano svaniti nel nulla.
Per evitare che tutto questo si ripeta,
Vita rilancia la proposta di istituire un registro pubblico delle raccolte fondi che segnali quali enti e organizzazioni sono autorizzati a chiedere donazioni in denaro per le vittime di catastrofi. Potrebbero far parte del registro le istituzioni pubbliche (Protezione civile, enti locali ecc.), le onlus e gli enti religiosi o anche tutti gli enti che hanno diritto al 5 per mille. Si avrebbe così un elenco di organizzazioni titolate ad agire in caso di emergenza, e a cui poter chiedere, finito l’allarme, un rendiconto sull’utilizzo delle risorse.

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