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«Formare campioni non basta la politica punti più in alto»

di Redazione

Tennis, squash e immersioni sportive sono il suo pane quotidiano. Come il rugby che «amo vedere in tv per la sua capacità di raccontare i valori: sacrificio, determinazione e gioco di squadra». Ma quello che conta davvero per Giorgia Meloni, giovane ministro della Gioventù, è lo sport alla portata di tutti.
Vita: Da dove nasce questa attenzione per lo sport sociale?
Giorgia Meloni: Lo sport appaga quel bisogno di emozioni, di sfogare energia che è proprio di ogni giovane, uomo o donna che sia. Fare sport significa sacrificio, lealtà, concentrazione, creatività, rispetto. Valori che forniscono ai giovani modelli che rappresentano alternative al disagio e alla devianza giovanile.
Vita: Ritiene che la politica fino ad ora abbia valorizzato come meriterebbe il cosiddetto sport per tutti?
Meloni: Penso che i traguardi della politica debbano essere sempre lontani, ambiziosi. Non può esserci mai alcun appagamento in questo senso. Penso che portare lo sport ai giovani, e non viceversa, sia l’obiettivo primario che le istituzioni devono porsi oggi. La carenza di strutture, e consentitemi anche la qualità delle stesse, è un problema sociale di questa nazione. Personalmente, sto lavorando alla istituzione delle Comunità giovanili. Sono dei luoghi dove poter fare liberamente musica, teatro, cultura, dove si può studiare e praticare sport. Nasceranno per iniziativa dei giovani italiani su tutto il territorio nazionale con il sostegno economico ed organizzativo del ministero. Ne favoriremo la nascita dovunque, ma in particolare nelle zone più depresse, dove lo sport ha una natura direi quasi salvifica.
Vita: Cosa si aspetta in particolare dal nuovo Coni? Si augura da parte loro un cambio di rotta su questi temi?
Meloni: Dei candidati conosco bene soltanto Paolo Barelli, ed è una persona di grandi capacità che stimo molto, ma chiunque vinca dovrà certamente porsi il problema di come seminare sport in ogni zolla della nostra nazione. Perché crescano campioni, ma soprattutto perché crescano in tutta Italia uomini e donne di grande cuore, personalità, e passione civile.

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