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ALCOLISMO. Roccella: sì alla repressione

Lo ha detto all'Alcohol Prevention Day

di Redazione

«In Italia avevamo una buona cultura del bere, quella mediterranea, che ci portava ad assumere vino durante i pasti. Ora la situazione è cambiata e dobbiamo fare attenzione ai nostri giovani, che bevono per sballarsi, prendendo come modello alcuni Paesi del nord-Europa che non appartengono alla nostra cultura». È il richiamo di Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, intervenuta oggi all’Istituto superiore di sanità all’Alcohol Prevention Day, in corso a Roma. «Non dobbiamo avere paura della repressione» – premette il sottosegretario – «perché se facciamo controlli non vuol dire che facciamo violenza. Non possiamo chiedere sicurezza sulle strade, se non facciamo poi rispettare le regole che diamo ai giovani». Roccella ritiene che il problema sia multidisciplinare, perché «tocca anche altre tematiche: dall’educazione dei giovani, agli incidenti stradali e sul lavoro». «Credo che per superare il problema sia doveroso operare anche sul mondo della pubblicità, visto che produce cultura. Dobbiamo trovare un modello positivo insieme ai produttori di bevande alcoliche».

 

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