Mondo
Questo è asservimento. Non serve a noi E non serve ad Obama
Il no dell'editorialista del «Non Profit Quarterly»
di Redazione

Rick Cohen è stato un sostenitore del nuovo presidente. Ma è contrario al Serve America Act: «Il non profit deve essere vigile e pronto a mobilitare le comunità che rappresenta» «La peggior cosa che il non profit possa fare per Obama? Zittirsi. O peggio: trasformarsi in un servo accondiscendente e acritico di chi, nell’amministrazione, si è accaparrato il ruolo di “esperto del non profit”». Già direttore esecutivo del National committee for responsive philanthropy e oggi editorialista del Non Profit Quarterly, Rick Cohen è stato sin dall’inizio un grande sostenitore di Barack Obama; ma, oggi, anche dopo l’approvazione del Serve America Act, non si rassegna al ruolo di incensatore.
Vita: Nessuna subalternità alla politica, dunque?
Cohen: Guai. Il non profit deve continuare a fare ciò che ha sempre fatto e cioè essere vigile, pronto a criticare le scelte dell’amministrazione e a mobilitare le comunità che rappresenta, senza stancarsi di lottare per la giustizia sociale. Obama non ha bisogno di un terzo settore asservito, ma di uno che gli ricordi il desiderio di cambiamento degli americani e le promesse fatte durante la campagna elettorale.
Vita: Se c’è un presidente che può capire e apprezzare il ruolo critico del non profit nella società è proprio questo.
Cohen: Esatto, in virtù del suo passato nel volontariato. Ora sta fronteggiando molte questioni spinose, dalla crisi economica a importanti cambiamenti sociali, come il tentativo di garantire la sanità a tutti. E il non profit può contribuire attivamente vigilando sulle proposte di legge, valutandone la serietà e l’aderenza alle promesse elettorali. Non è più tempo di slogan e di pubbliche relazioni.
Vita: Quali rischi vede per il settore?
Cohen: In ogni campagna elettorale ci sono grossi finanziatori che sperano di raccogliere favori. Quella di Obama non fa eccezioni. Sappiamo che nel suo staff ci sono ex lobbisti per Lockheed-Martin, British Petroleum, e perfino Wal-Mart e in futuro, nonostante le buone intenzioni del presidente, nuove lobby tenteranno di portare avanti i loro interessi. Questi signori conoscono bene le regole del gioco, e noi non possiamo rimanere a guardare.
Vita: Cosa dovrebbe fare il terzo settore, sgomitare come una lobby qualsiasi?
Cohen: Non c’è nulla di male nell’eventualità che il non profit si comporti come una lobby, nell’interesse della collettività e non dei singoli, ovvio, dando voce ai più deboli e per un vero cambiamento. Credo che una forte, seria, irremovibile “lobby del sociale” è ciò che oggi ci vorrebbe. Anche con un governo favorevole, il non profit non può scordare la sua vocazione di “terzo settore”, lontano dai palazzi del potere e indipendente dal colore politico.
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