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VOLONTARIATO. DarVoce: «La Fondazione Manodori ci umilia»

Il volontariato reggiano chiede chiarimenti sulla nomina dei propri rappresentati nel consiglio della Fondazione

di Redazione

Marcello Stecco, presidente del Comitato paritetico provinciale del Volontariato, Tito Gobbi, presidente del Centro di servizio per il volontariato DarVoce, Riccardo Faietti portavoce del coordinamento del Forum del Terzo settore e Pietro Messori, portavoce del Movimento del volontariato, in una lettera indirizzata alla presidente e ai componenti del Consiglio di amministrazione della Fondazione Manodori, chiedono un incontro formale per «acquisire informazioni puntuali e realizzare un confronto adeguato» in merito alle modalità con cui si intende nominare all’interno del  consiglio generale la rappresentanza del volontariato.
DarVoce, la cui Assemblea raccoglie 80 organizzazioni di Volontariato, oggi collabora attivamente col Forum del Terzo settore, il Movimento del volontariato e con il comitato paritetico provinciale, ed è quindi ampiamente in grado di offrire alla Fondazione la terna di nomi più rappresentativa. «La mancata consultazione svilisce il lavoro svolto in questi anni di costante impegno accanto alle associazioni presenti sul territorio», lamenta il consiglio direttivo, che chiede spiegazioni sulla singolare modalità operativa adottata da Manodori.
«La discontinuità che introduce la Fondazione non trova giustificazioni e umilia il volontariato reggiano. Perché si è percorsa questa strada che manca di razionalità, equità e giustizia? Perchè, dopo due mandati, si è deciso in maniera unilaterale di affidarsi a una singola associazione di volontariato e non a una associazione di associazioni?»
Sono queste le domande che il volontariato reggiano e la città si pongono, e rispetto alle quali attendono delle risposte.

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