Non profit

Mutui, i variabili fanno ancora paura

di Redazione

La corsa dei tassi verso il basso, sembra essersi conclusa, e si è vista una prima tiepida ripresa dei tassi interbancari che, sommati allo spread, servono a stabilire le rate dei mutui a tasso fisso (per l’Irs o Eurirs) e variabile (Euribor). In ogni caso i tassi dovrebbero rimanere bassi ancora per qualche anno per cercare di sostenere la ripresa.
Questa situazione però non è priva di rischi per chi si accinge a stipulare un finanziamento. I mutui a tasso variabile sono più convenienti di quelli a tasso fisso, però nei prossimi anni sono destinati ad aumentare, anche di molto. Ricordiamoci che a settembre l’Euribor a 3 e a 6 mesi valeva rispettivamente 5,01% e 5,2%, mentre oggi (4 maggio) vale 1,37% e 1,57%: ipotizzando un prestito di 100mila euro a 30 anni con uno spread dell’1%, a settembre pagavamo 600 euro al mese contro i 388 di oggi. Per precauzione è bene incrociare le proprie aspettative di reddito future con il possibile innalzamento della rata e soprattutto considerare bene la durata del mutuo studiando il piano di ammortamento. Nei mutui a tasso variabile, infatti, gli interessi incidono molto nella prima metà della durata, andando poi via via affievolendo la loro incidenza nella seconda parte.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.