Donne incinta, questione casa e il buco nero dei richiedenti asilo che non viene affrontato, i nodi più controversi. Bene invece il via libera ai permessi di soggiorno fuori quota agli stranieri con dottorato o master e il freno alle nozze di comodo Due grandi giuristi esperti di immigrazione analizzano i punti più critici del “pacchetto sicurezza”. Sono Ennio Codini, professore di Diritto pubblico all’università Cattolica di Milano, che collabora con la Fondazione Ismu, e Paolo Morozzo della Rocca, ordinario di Diritto civile all’università di Urbino ed esponente della Comunità di Sant’Egidio.
Reato di clandestinità
Discende, si dice spesso, dalla direttiva Ue per i rimpatri. In realtà questa non dice che tutti i clandestini devono essere espulsi. «L’Europa vuole che non ci siano irregolari», spiega Codini, «obiettivo che si può ottenere anche sanando le irregolarità. C’è una irregolarità che si mischia con la criminalità e va espulsa e una irregolarità meno grave, per la quale l’Europa prevede la possibilità di dare il permesso di soggiorno». L’Italia invece sta scegliendo di non distinguere: scatta sempre il reato. Che succederà? «Stime prudenti contano 700mila irregolari, che si tramuterebbero in 700mila espulsioni coattive. Aggiungiamo almeno 300mila datori di lavoro e 300mila locatari, anch’essi perseguibili secondo il ddl. Questa legge, di per sé, genera 1 milione 300mila criminali, dalla sera alla mattina. Che vanno processati. È surreale. Per non accennare al fatto che il progresso penale costa».
Permanenza nei Cie
Il ddl autorizza il prolungamento della permanenza nei Centri di identificazione ed esplusione: fino a 180 giorni. «Ma le statistiche dicono che i pochi casi di esplusione coattiva realizzati dall’Italia si verificano sempre dopo un trattenimento di poche settimane», osserva Codini.
Bambini invisibili
L’articolo 45 del ddl introduce l’obbligo per il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno nel momento in cui richiede provvedimenti inerenti gli atti di stato civile, atto di nascita compreso. «Gli immigrati irregolari non potranno iscrivere i figli partoriti in Italia ai registri di stato civile: i minori non registrati resteranno privi di qualsiasi documento e totalmente sconosciuti alle istituzioni», osserva Morozzo della Rocca. «Altra cosa sono l’attestazione di parto e il rapporto di filiazione, che non vengono compromessi dalla norma. È improprio ritenere che, venendo meno per questi bambini l’atto di stato civile, subentri automaticamente lo stato di adottabilità, che riguarda invece il diverso profilo dei rapporti personali tra i genitori ed il bambino».
Permesso di soggiorno per cure mediche
Secondo l’articolo 19 del Testo unico sull’immigrazione, la donna incinta può essere temporaneamente regolarizzata con un permesso di soggiorno valido per il periodo della gravidanza e per i sei mesi successivi al parto. «La possibilità di ottenere in via amministrativa un’autorizzazione provvisoria, però, non la esenta dalla punibilità, introdotta col reato di clandestinità, per la presenza illecita in territorio italiano», dice Morozzo della Rocca. «La norma in questione, infatti, autorizza la questura ad accordarle il permesso, ma contestualmente obbliga a segnalarne l’irregolarità al giudice penale».
Sanità
L’articolo 35 del Testo unico sull’immigrazione consente agli stranieri, anche se irregolari, di accedere alle prestazioni sanitarie: significa che il personale del presidio sanitario, amministrativi compresi, è tenuto a non segnalare gli irregolari, come imposto dal reato di clandestinità. Per Morozzo della Rocca, l’interpretazione, secondo cui la norma “speciale” (che vieta la segnalazione alle autorità di polizia e giudiziaria dello straniero bisognoso di cure) prevale sulla norma penale di carattere generale (che imporrebbe ai pubblici ufficiali, o almeno li autorizzerebbe, a denunciare il reato di clandestinità) non è priva di ambiguità: «Cosa succede se un medico, un amministrativo, od anche il poliziotto di guardia all’ospedale, violano la norma speciale?».
Matrimoni di convenienza
È un punto ambivalente. Da un lato per sposarsi sarà necessario presentare il permesso di soggiorno, ovvero si introduce un vincolo che non c’entra nulla con il matrimonio in sé. Ha invece una sua logica il complicare l’acquisizione della cittadinanza italiana attraverso il matrimonio (si passa da sei mesi a due anni). Per Codini «in Italia c’è un favore estremo per la cittadinanza ottenuta per matrimonio e uno sfavore estremo per quella ottenuta per soggiorno: un gap enorme, sei mesi contro dieci anni».
Reato di locazione
Tre anni di reclusione e l’eventuale confisca dell’immobile per chi dà alloggio a pagamento a immigrati irregolari. Per Codini è «la norma che avrà più effetti negativi e andrà immediatamente a peggiorare le condizioni abitative degli immigrati». Il timore è che la legge spaventerà gli affittuari “buoni” e obbligherà tutti gli irregolari a rivolgersi, per un bisogno essenziale come è la casa, ai “criminali dell’affitto”. «Si vuole scoraggiare l’immigrazione clandestina tagliando i gangli che ha attorno. È la stessa logica del reato di chi sfrutta il lavoro di un irregolare. In Italia ci saranno 500mila rapporti di lavoro che riguardano irregolari: quanti processi si fanno?».
Richiedenti asilo
Nella legge non c’è nulla sui richiedenti asilo. «Eppure sono un problema di ordine pubblico», precisa Codini. Il fatto è che sono i Comuni a fare domanda per entrare nella rete Sprar: pochi lo fanno, per paura di diventare un polo di attrazione per immigrati. «È un’impostazione miope: dove ci sono le persone, i Comuni “devono” attivarsi».
Conversione del permesso di soggiorno
È un punto positivo del ddl. Chi ha un dottorato o un master può convertire il permesso di soggiorno per studio in un permesso di soggiorno per lavoro, fuori quota. «È vero che riguarda pochissime persone, ma apre uno spiraglio. Oggi chi entra per studio poi non può proseguire qui il suo percorso», dice Codini.
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