Mondo
Altra bolla in vista, è quella valutaria
Obama, la Francia e noi. Le previsioni di Carluccio Bianchi
di Redazione
Uno dei massimi esperti di economia politica spiega: «Obama ha fatto le mosse giuste. Ma il suo destino dipende da Pechino. Il destino del dollaro dipende dalle scelte cinesi. Anche i risparmiatori stiano attenti» «Attenti alla bolla valutaria. Se la Cina smettesse di investire il surplus commerciale negli Usa non acquistando più titoli del Tesoro statunitensi, il dollaro crollerebbe, con conseguenze nefaste per l’intero sistema economico mondiale». L’allarme è di Carluccio Bianchi, uno dei più stimati economisti italiani, già responsabile nazionale del network di ricerca europeo Economic Policy Coordination in Europe, oggi ordinario di Politica economica a Pavia. Bianchi, autore di numerosi studi in politica monetaria e macroeconomia, in questa intervista affronta i possibili scenari prossimi venturi dopo il terremoto provocato dalla finanza tossica.
Etica & Finanza: Come giudica l’indirizzo politico adottato per uscire dalla crisi?
Carluccio Bianchi: Le soluzioni adottate dai governi, di ricapitalizzazione e finanziamento monetario del sistema creditizio sono state rapide e sicuramente efficaci. Adesso bisogna passare alla fase successiva, quella volta a sostenere la domanda aggregata: negli Usa si stanno adottando politiche adeguate, tramite una politica di bilancio espansiva, che comprende sgravi fiscali e aumento della spesa pubblica, soprattutto per investimenti in settori innovativi: Tav, energie alternative e la cosiddetta economia verde.
E&F: E l’Europa?
Bianchi: Nel Vecchio continente i governi devono fare i conti con il Patto di stabilità, per cui il deficit pubblico non può superare, salvo deroghe, il 3% del Pil. Secondo il Fondo monetario internazionale l’incidenza della politica fiscale discrezionale (gli interventi adottati dai governi in via straordinaria per affrontare la crisi, ndr) in percentuale sul Pil, nel 2009 negli Usa valgono il 2%, in Germania l’1,5, in Francia lo 0,7 e in Italia lo 0,2.
E&F: Quindi, per semplificare, l’intervento “straordinario” dello Stato in termini di Pil negli Stati Uniti varrà il 2% e in Italia lo 0,1-0,2?
Bianchi: Proprio così. Ed è proprio per tali motivi che, a parte l’operare degli stabilizzatori automatici che porteranno comunque quest’anno il deficit pubblico italiano verso il 5%, nel nostro Paese non si potranno effettuare decisi interventi di sostegno alla domanda.
E&F: Tra gli Stati europei ci sono differenze?
Bianchi: Penso che la Francia sia ad oggi la nazione europea messa meglio. Le do questi dati. Dal punto di vista della caduta del reddito, le previsioni più recenti del Fondo monetario internazionale stimano per l’Italia un -4,4% nel 2009 e un -0,4% nel 2010; gli Usa dovrebbero sperimentare un -2,8% nel 2009 e uno 0% nel 2010 (ma io credo che la crescita tornerà ad essere positiva l’anno prossimo); in Germania la crisi sarà molto profonda (-5,6% quest’anno; -1% l’anno prossimo); in Francia le previsioni dell’Fmi sono rispettivamente pari a -3% nel 2009 e +0,4% nel 2010. A dimostrazione, per quanto riguarda la Francia, di come la presenza di uno Stato sociale forte e attivo dia più sicurezze ai cittadini. Sensazione che all’atto pratico si traduce in un sostegno alla domanda anche nei momenti di crisi.
E&F: Lei teme una bolla valutaria. In che senso?
Bianchi: Vedo un elemento molto preoccupante. Per eliminare il proprio grande surplus commerciale verso gli Usa, la Cina dovrebbe rilanciare la domanda interna, il che consentirebbe di rendere la crescita mondiale un po’ più equilibrata. Se invece la Cina smettesse di investire il surplus commerciale negli Usa non acquistando più titoli del Tesoro statunitensi, il dollaro crollerebbe. Ecco, questa potrebbe essere la prossima bolla valutaria da cui guardarsi.
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