Welfare

IMMIGRAZIONE. Civilità cattolica: situazione insostenibile

Attacco dei gesuiti alle pratiche del governo e del ministero degli Interni

di Redazione

La situazione degli immigrati regolari in Italia sta diventando insostenibile per la
lentezza con cui il Ministero degli Interni sta esaminando le richieste d’ingresso relative al decreto flussi del 2007, un fatto che comporterà ritardi anche per le pratiche relative al decreto del 2008. È quanto afferma la Civiltà cattolica, il quindicinale dei gesuiti italiani che riceve il visto della Segreteria di Stato
vaticana. In un editoriale dedicato alla situazione dell’immigrazione nel nostro Paese si rileva che «che per ora l’amministrazione dell’Interno ha impiegato 400 giorni per esaminare il 55% delle 741mila richieste di ingresso arrivate online per il decreto flussi del 2007; in questo periodo ha consegnato 143.974 nulla osta sui 170mila previsti. La mancata attribuzione dei rimanenti circa 28mila nulla osta rallenta anche le pratiche del decreto 2008».
«In questo modo», afferma Civiltà cattolica, «la situazione è diventata insostenibile. Ci sono centinaia di migliaia di persone che lavorano da anni come clandestini nelle imprese e nelle case degli italiani. Ad esse (si badi: hanno un lavoro e una casa, come previsto dalla legge), e ai loro datori di lavoro, viene di fatto negata la
possibilità di uscire dal sommerso e dall’illegalità, venendo meno all’impegno di promozione dell’integrazione degli immigrati. Si tratta di un’emersione che permetterebbe significative entrate nelle casse dello Stato e offrirebbe un notevole
contributo alla sicurezza, se è vero che la clandestinità costituisce un serbatoio per la criminalità».
«In conclusione», affermano i gesuiti della civiltà cattolica, «facciamo nostro l’appello degli operatori del volontariato impegnati in questo settore: è necessario abolire – come ha sottolineato anche il Presidente della Camera – il rito inutile del rientro nei Paesi d’origine e il passaggio nei consolati all’estero per ottenere il
permesso di soggiorno. I lavoratori dei qulai i datori di lavoro fanno richiesta di regolarizzazione vanno considerati già entrati e presenti in Italia, come in effetti sono».

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