Welfare

Sos dal carcere di Venezia: mancano kit per l’igiene personale

di Redazione

Le famiglie “perbene” di tanti detenuti stranieri
Secondo uno studio di Caritas e Unioncamere, nel 2050 gli stranieri potrebbero rappresentare il 20% della popolazione. Eppure, per buona parte della popolazione gli immigrati fanno paura. Se poi sono anche detenuti… È un detenuto albanese, Gentian Germani, a spiegare come, in alcuni incontri con le scuole, gli studenti restino sbalorditi quando scoprono che gli stranieri che commettono reati hanno spesso famiglie regolari, famiglie “perbene” sconvolte da quello che è successo ai loro figli: «Quando racconto che entrambi i miei genitori sono insegnanti e mia sorella laureata, vedo stupore nelle loro facce. Forse questo stupore è dovuto alla demonizzazione e alla generalizzazione che di solito si fa nei confronti degli stranieri, dipingendoli tutti come fonte di ogni male. Io poi racconto anche che per più di due anni e mezzo mio padre non sapeva che mi trovavo in carcere, perché io mi vergognavo di aver fatto questo ai miei genitori».

Se i detenuti semiliberi dormissero a casa loro?
Non c’è più posto in carcere e oltre 200 detenuti nei prossimi mesi torneranno a casa a dormire. Ma non succede, purtroppo, in Italia, succede a Porto Alegre, in Brasile. La corte di Porto Alegre ha decretato infatti che la «situazione gravissima di sovraffollamento» rende inumana la permanenza in cella la notte, e così si è deciso che chi è in semilibertà è meglio che dorma a casa. Potrebbe essere un’idea.
Neppure l’igiene personale è più garantita
Sovraffollamento significa anche che quello che bastava a fatica per un numero “decente” di detenuti non basta più per queste valanghe umane che si stanno abbattendo sulle carceri. Se a questo poi si aggiunge il taglio continuo delle risorse si capisce perché a Venezia sia stata la direttrice stessa, Gabriella Straffi, a lanciare un appello alla città: «La situazione è disperata. Abbiamo triplicato le presenze. Ai carcerati, ammassati come le bestie, mancano i kit per l’igiene personale, perfino gli stracci per pulire le celle». Per ora la situazione è sostenibile grazie ai volontari di diverse parrocchie che hanno fornito stracci, detersivi, spugnette abrasive, deodoranti, dentifrici, spazzolini, bagnoschiuma.

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