Deregulation dei comportamenti giovanili
È interessante l’indagine, presentata di recente dal Censis, sulla “deregulation dei comportamenti”, che indaga il punto di vista dei giovani su alcuni comportamenti sociali. Quello che emerge di preoccupante è un’ampia gamma di azioni fortemente a rischio. La sottovalutazione dei comportamenti illegali si traduce anche in giudizi blandi su diverse forme di trasgressione: ecco allora che solo il 43% del campione di 450 giovani condanna un politico con vizi segreti, il 40% il manager di successo che usa cocaina, il 28% lo studente modello che si sballa nel fine settimana. E questo spiega, forse, perché le galere si stanno riempiendo di detenuti sempre più giovani.
Volevo il rispetto degli altri e facevo il bullo
Si chiama Albatros, è il giornale del minorile Ferrante Aporti di Torino, e andrebbe letto dagli adulti perché aiuta a capire qualcosa di più dei ragazzi che si bruciano con comportamenti rischiosi: «Quando ero fuori facevo cavolate come spacciare, fare piccoli furti aumentando sempre la pericolosità delle mie azioni. A tutto questo devo aggiungere che la mia dipendenza dalla droga non mi permetteva di valutare meglio quello che facevo. Ero dentro un mondo che riguardava me e nessun altro. Così ho perso tanti amici che non condividevano il mio modo di fare. Il Daniele di prima era un Daniele che doveva per forza fare casino, ottenere il rispetto facendo a botte e facendo il bullo, ma adesso che ho capito spero che riuscirò a diventare buono».
Igiene e pulizia, reinseriamo anche loro
Salute InGrata è un foglio d’informazione dell’Area sanitaria della Casa di reclusione di Bollate. Nell’ultimo numero è una assistente di Polizia penitenziaria a sottolineare il fatto che l’igiene e la pulizia dovrebbero essere parte importante del percorso di reinserimento dei detenuti, ma il problema è che con il sovraffollamento sarà sempre più difficile garantire condizioni igieniche decenti: «Devo dire che le ragazze nostre ospiti non si fanno pregare per tenere pulito il reparto. (?) Anche questo è trattamento, anche questa è rieducazione anche perché non tutti provengono da realtà di vita salubri».
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