Welfare
Carcere: ricerca di Andreoli su Opg
La ricerca curata da Vittorino Andreoli per l'ufficio Studi e ricerche del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è stata presentata oggi
di Redazione
Sono sei gli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) in Italia che, al marzo del 2001, ospitavano 1.282 pazienti. Solo uno, quello di Castiglione delle Stiviere, accoglie le donne (87). Il resto e’ rappresentato da uomini (1.195). L’eta’ media degli internati e’ di 41 anni, piu’ di otto su dieci soffrono di disturbi psicotici gravi e si sono resi colpevoli di reati come l’omicidio (in quasi la meta’ dei casi), lesioni personali, maltrattamenti e violenze sessuali. E’ l’ ”anatomia degli ospedali psichiatrici giudiziari italiani”, la ricerca curata dallo psichiatra Vittorino Andreoli prodotta nel 2002 dall’ufficio Studi e ricerche del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), il cui volume e’ stato presentato stamattina. Per il Dap, ha detto il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Tinebra, ”sara’ una delle priorita’ occuparsi dei problemi degli Opg”. E per questo, ha aggiunto, ha formalmente chiesto ai sei direttori degli istituti italiani di ”costituire una sorta di tavolo permanente in cui dibattere e da cui far partire progetti e segnali”. Si tratta, ha aggiunto Andreoli, ”di malati di mente che hanno espresso comportamenti contro la legge. Il punto di riferimento e’ quindi – ha sottolineato – la pericolosita’ sociale dei ricoverati, che esiste ed e’ un problema in psichiatria”. Andreoli ha quindi avanzato una sua proposta che e’ quella di pensare a strutture diffuse sul territorio, a base regionale o interregionale, in rapporto con i servizi psichiatrici territoriali.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.