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Il bello e il brutto della Calabria

di Redazione

Navi. Ci sono delle navi con rifiuti tossici, probabilmente nucleari, al largo delle coste calabresi e della Basilicata. Lo ha rivelato un pentito della ‘ndrangheta che collabora con la magistratura. Il suo racconto è agghiacciante: la criminalità organizzata avrebbe organizzato l’affondamento al largo delle nostre coste di decine di navi cariche di rifiuti pericolosi. Ce n’è una affondata a 14 miglia da Cetraro, che è stata filmata e dalla quale sono stati estratti fanghi ora sotto analisi, per ordine della Procura di Paola. Alcuni fusti radioattivi arriverebbero dalla Norvegia. Si completa così il paradosso del nostro Paese, che avrebbe potuto per vocazione geopolitica avere i porti più trafficati del mondo sulle nostre coste meridionali e invece prosperano Rotterdam e Marsiglia. Mentre noi, attraverso la mafia, sopportiamo e seppelliamo in mare le vergogne dei norvegesi e di chissà quale ricco del Nord Europa. Una piaga di Gomorra.
Belle. Calabrese però non è solo la vergogna. La più bella d’Italia infatti si chiama Maria Perrusi e viene proprio dalla Calabria. Ha vinto Miss Italia, grazie anche ai suoi 182 centimetri di altezza e ai suoi occhi verdi. Il rito settembrino si è ripetuto su Raiuno come la solita messa cantata.
Carceri. C’è un detenuto che è morto ai primi di settembre. È un tunisino che. ritenendo di essere stato incarcerato ingiustamente. ha fatto uno sciopero della fame e della sete da luglio. Nel carcere di Pavia. Nonostante le numerose lettere del suo avvocato, il carcere non è riuscito a salvarlo dal lento tentativo di suicidio. Ora la Procura indaga, appunto, per omicidio colposo. Dalle sue lettere alla moglie traspare un dramma sconvolgente e anche crudele, una grande indifferenza, un disperato tentativo dei suoi compagni di cella di salvarlo. Un Paese dove si muore così in carcere è un Paese malato. Ed è ancora peggio che a morire sia uno straniero, perché ci resta il dubbio di una discriminazione anche involontaria. Se fosse stato italiano…
Influenza A. Per fortuna, il 24enne ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza ce la farà. Se l’è vista molto brutta, però. E, scampato il pericolo, iniziano le polemiche. Perché nei suoi confronti il primo ospedale che l’ha accolto, quello di Parma, non ha capito che era stato colpito da influenza A? Quali sono i parametri e le procedure che il ministero della Salute ha spedito a pronto soccorsi e ospedali? Al di là del vaccino, quali informazioni sono date ai responsabili del personale medico? Il rischio è che anche in questo caso l’Italia sia un Paese con molte, troppe differenze. Con ospedali di super serie A e ospedali che ti fanno rischiare la pelle. E se il virus servisse a mettere un po’ di ordine?

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