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Turi e Silvana, l’amore per sempre

di Redazione

Martedì 1 settembre è morto a Roma Turi Vasile. Pochi giorni prima, il 28 agosto, si era spenta Silvana, l’amata moglie e compagna per 67 anni. A lei, Vasile, ha dedicato due libri, Silvana e, da poco uscito, L’Ombra (ed. Hacca). Eccone una pagina.

Sono passato davanti all’armadio in quella che è stata la nostra camera matrimoniale e dove ora, Silvana, tu consumi in solitudine gran parte del giorno. L’armadio ha nelle ante specchi lunghi fino a terra; passandovi davanti ho intravisto la mia figura. (…) Mi è tornata in mente la speranza nella resurrezione dei corpi, anche del mio. Considero il mio corpo il tempio della memoria, del mio universo mondo, indistruttibile. Anche il tuo, Silvana, nonostante che a tutti sembri che tu lo abbia perduto, e invece è solo sprofondato nell’oblio dal quale torna, a tratti, se sollecitato. Non si spiegherebbe perché sei pronta a proseguire, con voce ahimè non più melodiosa come un tempo, le canzonette antiche che io, temerariamente perché sono stonato, ti accenno. «Oh, come balli bene bella bimba…» e tu continui «Bella bimba, bella bimba, balli ben!» Risorgendo con i nostri corpi, risorgeremo anche con le nostre canzoni, tu con quelle della montagna, la tua specialità, io con quelle del mio paese. Ci prenderemo per mano e ci metteremo a correre, a correre, sebbene tu, ora, non cammini nemmeno più e io vado avanti su gambe malferme appoggiandomi a un bastone. Noi continueremo a vivere come se non dovessimo morire mai. Solo ci addormenteremo nella speranza della resurrezione. Dammi la mano, voglio che restiamo sempre insieme.

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